SIMA: imbarcazioni con motori elettrici riducono costi, aumentano efficienza energetica del 50% e abbattono emissioni di CO2
Barche con motori green proteggono mare e atmosfera da idrocarburi, particolato, polveri fini, ossidi di azoto e di zolfo, oli minerali. Subito incentivi per la filiera della nautica elettrica
Così come avvenuto nel settore delle automobili, anche nel comparto della nautica da diporto si assiste in Italia ad un incremento dei motori elettrici che stanno sostituendo i tradizionali motori endotermici montati sulle imbarcazioni.
Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) che sul tema ha organizzato oggi un convegno dal titolo “Obiettivo impatto zero”, in occasione dell’apertura della prima Fiera Internazionale del settore all’Idroscalo di Milano, a cui hanno preso parte i CEO delle Aziende europee della filiera della nautica elettrica e l’Ing. Ascanio Vitale (Ceo Stop CO2 e Delegato SIMA UK).
“L’elettrificazione delle barche rappresenta il passo più importante per la nutrita lista di benefici che comporta – spiega il presidente SIMA, Alessandro Miani – Parallelamente alla riduzione dei costi operativi e all’innalzamento dei livelli di sicurezza, il passaggio ai motori elettrici comporta un balzo sensibile nell’efficienza energetica, portandola da un 8% medio di un mezzo spinto con motore endotermico al 50% di un mezzo elettrico. I benefici ambientali sono evidenti: all’ormai dimostrato impatto ridotto dell’intero ciclo vita dei mezzi elettrici rispetto a quelli a combustione interna, si aggiunge la netta riduzione delle emissioni di CO2. La riconversione delle oltre 570.000 imbarcazioni da diporto (di cui il 50% è sotto i 10 metri) oggi presenti in Italia contribuirebbe al raggiungimento del 40% degli obiettivi Net Zero al 2030, come previsto dall’Unione Europea”.
“Sul fronte dell’ambiente, l’uso delle imbarcazioni elettriche permette l’azzeramento delle emissioni di sostanze nocive, tipiche delle barche tradizionali, sia in mare, sia in atmosfera, come idrocarburi aromatici e alifatici, particolato, polveri fini e ultrafini, ossidi di azoto e di zolfo, oli minerali, etc.. L’elettrificazione del settore contribuirebbe alla riduzione degli impatti non solo della navigazione, ma anche dei servizi di rimessaggio e il ripristino degli ecosistemi marini nelle aree portuali” – aggiunge Miani.
Per tali motivi SIMA chiede al Ministro del Turismo Massimo Garavaglia di prevedere nel Piano nazionale turismo incentivi per la filiera della nautica elettrica che insieme alla mobilità elettrica ed alle infrastrutture per lo slow tourism può contribuire ad un importante incremento di attrattività del turismo italiano nel mondo, partendo dai Paesi del Nord Europa già oggi più di noi attenti alla sostenibilità ambientale in ogni declinazione turistico-ricettiva e di servizi accessori.
La nautica elettrica spinge anche l’industria a rinnovare l’intera tecnologia navale, per inquadrarla nell’ottica dell’economia circolare. Le imbarcazioni potranno essere costruite più leggere e resistenti utilizzando materiali eco-compositi innovativi, come le fibre di basalto o di altre rocce vulcaniche, di lino e di bamboo miste a resine altamente riciclabili, o l’alluminio riciclato. Alla stessa maniera, i rivestimenti biocidi utilizzati attualmente per evitare la crescita dello strato biologico sotto gli scafi (biofouling), causa dell’aumento dei consumi energetici, sono in via di sostituzione con prodotti di origine naturale che non danneggiano l’ecosistema acquatico e la annessa catena alimentare. Il futuro della navigazione green è promettente e procede a vele spiegate con un fatturato previsto a livello mondo di 20 miliardi di dollari entro il 2027.