Tra i prossimi impegni che il Governo dovrà affrontare rientra, fra i più strategici, quello del rilancio del comparto del mare, della nautica dei porti turistici e del turismo nautico, uno dei pochi che meglio ha resistito alla crisi pandemica e tra i primi a trainare la ripartenza del Paese.
Forte di una filiera che dà lavoro a 180.000 persone e della leadership mondiale della produzione industriale che ne è il volano, il settore richiede a tutti gli attori pubblici coinvolti un fattivo contributo in termini di capacità operativa, esperienza, conoscenza delle materie, al fine di elaborare un progetto di medio e lungo periodo all’interno di una visione multisettoriale e di prospettiva integrata.
Il mare, prima ancora che una frontiera, è una fondamentale risorsa economica per l’Italia, un volano importante della nostra economia, la vetrina dei territori interni che vivono in simbiosi con i porti e le coste, un bene ambientale da tutelare e valorizzare.
Da qui l’esigenza di individuare figure professionali sempre più in grado di valorizzare in maniera profonda la nautica e più in generale il mondo marittimo, tenendo conto della rilevanza economica e sociale che rappresentano, venendo incontro alle aspettative degli imprenditori, degli operatori del settore e dei cittadini e dell’utenza internazionale.
Dunque, mai come oggi, la rapida adozione del nuovo Regolamento di attuazione del Codice della nautica, la nomina del nuovo Comandante generale delle Capitanerie di porto e il rafforzamento della Direzione del Trasporto marittimo del MIMS, anche con l’immissione di nuove risorse, assumono un rilievo strategico anche in considerazione della loro coincidenza temporale.