Il CLC Vincenzo Bellomo: spetterà all’intera categoria, indipendentemente dall’appartenenza all’una o all’altra sigla sindacale, decidere il da farsi su un tema importante come quello del ricorso
Venezia-“Il tempo è galantuomo e sarei veramente felice se la celebre frase di Voltaire fosse smentita dall’adagio dell’eccezione che conferma la regola”. Con queste parole, il CLC Vincenzo Bellomo, ha commentato l’incontro tra piloti, a prescindere dalla casacca di appartenenza, tenutosi lo scorso 8 settembre a Trapani presso il Crystal Hotel, al quale è stato possibile per chiunque partecipare, anche in videoconferenza attraverso la pagina Facebook dell’Unione Piloti, che per l’occasione ha registrato numerosi collegamenti (circa 250).
Al centro della discussione vi è stata l’analisi delle modifiche contenute nelle indicazioni diffuse lo scorso agosto dal MIT in merito ai criteri e meccanismi tariffari per il servizio di pilotaggio.
Tra le criticità maggiori – ha osservato nella sua introduzione il CLC Vincenzo Bellomo – figurano: il fattore K1 (presenza in stazione) che, secondo il MIT, va rivisto tenendo conto di una percentuale minima di presenza dei piloti in turno indicativamente pari al 70%, (la percentuale attualmente fissa e stabilita nella misura del 5% per il godimento dei mezzi nautici, verrebbe sostituita con tre percentuali differenziate in base all’età media delle pilotine pari al 3,6% per le pilotine con età da 0 a 10 anni, al 2,6% per quelle di età tra gli 11 e i 20 anni, e all’1% per quelle di età compresa tra 21 e 30 anni) e il passaggio dalla spesa ammessa a quella reale che azzererà la quota risparmio.
Il convegno è stato più volte interrotto da alcuni piloti che sono intervenuti animatamente dando l’impressione di essere giunti a Trapani con l’unico intento di bloccare i lavori e, conseguentemente, impedire che l’incontro producesse una maggiore consapevolezza del contenuto del documento del MIT del 10 agosto u.s.
Nel corso della riunione è anche intervenuto il CLC Ciro Romano il quale ha segnalato che la rimodulazione del K1 (disponibilità piloti in servizio) comporterà “un riallineamento del punto zero; in pratica – ha spiegato – si tratta di una nuova definizione del punto di partenza che, a chi adesso garantisce il 70% delle presenze non assicurerà il riconoscimento di un K +35 e che questo, se non subito nel prossimo futuro, sarà zero. La percentuale del 5% per il godimento dei mezzi nautici- ha proseguito – è qualcosa che incide fortemente sui piloti in servizio e farà scendere la loro retribuzione di più del 10%”.
Il Capitano Romano ha anche tracciato un parallelo con gli ormeggiatori, rilevando che questi, pur svolgendo un’attività liberalizzata di recente, utilizzano la medesima formula dei piloti, godendo però di criteri assai più favorevoli, e che, a ben guardare, non si spiega come, il MIT e l’utenza, possano accettare di ritenere congrui criteri che per i Piloti sono stati messi in discussione.
In proposito ha precisato: “Per gli ormeggiatori come riferimento si prende la paga base del dirigente più alto delle Autorità Portuali con il il riconoscimento di una maggiorazione convenzionale forfettaria del 55%. Per i Piloti il valore della paga base del pilota Eb, stabilito in 2.043,80 euro, nemmeno la paga del 1° ufficiale, non sono previsti: l’EDR; gli aumenti periodici di anzianità, con un massimo di 5 scatti, tanto meno il riconoscimento di una maggiorazione convenzionale forfettaria del 55%. Al Pilota inoltre non viene riconosciuta, come per gli ormeggiatori, la retribuzione della 13ma e 14ma mensilità ed in formula il moltiplicatore mentre per i piloti è 12 per gli ormeggiatori è 14.
I giorni di assenza retribuiti del Pilota sono composti da: ferie pari a 5 settimane, 12 giorni di festività, 4 giorni per festività soppresse, 1 giorno in caso di documentati esami clinici (visite e interventi specialistici), 1 giorno per assemblee, 3 giorni per lutto, 3 giorni per la tutela della maternità e paternità, tutti conglobati nel divisorio n/32, di conseguenza l’incidenza del K 2, 3 e 4 dovrà prevedere un ulteriore divisorio pari a 42/52 ovvero 0,808 proprio come avviene per l’altro servizio. I divisori dei K devono rappresentare il numero dei piloti in servizio con esclusione dei Capi Pilota, fuori servizio, così come vengono esclusi i fuori turno per il servizio di ormeggio. I piloti, a differenza degli ormeggiatori, hanno quale divisore mensile 173 e non 168, ai piloti quindi non viene applicato nessun ROL. Infine le ore settimanali sono 40 mentre per gli ormeggiatori sono 39, di conseguenza il divisore per loro è 31 e per noi 32”.
Il CLC Romano ha poi evidenziato che, nonostante fosse stata discussa in più riunioni ministeriali la modifica della quota federale del 2%, quest’ultima, inaspettatamente, non è stata inserita nel documento riassuntivo dell’attività istruttoria e, parimenti, non è stata inserita la rimodulazione dell’aliquota da destinare al Fondo Piloti anch’essa ampiamente discussa.
Stando così le cose la domanda che si è inteso porre a tutti i piloti di porto nel corso della riunione è stata una sola: che fare? Tra le varie proposte scaturite, quali lo sciopero (impraticabile poichè si potrebbe incorrere nel reato di interruzione di pubblico servizio), una moratoria delle tariffe, un ricorso alla Corte di Giustizia Europea, soltanto due sono risultate praticabili: un provvedimento di autotutela del MIT oppure un ricorso al TAR del Lazio.
A chiarire questo passaggio è intervenuto l’avvocato marittimista Paolo Malaguti. Per quanto concerne l’autotutela, è molto difficile che il MIT annulli un suo provvedimento. Se così fosse è molto probabile che l’annullamento possa essere impugnato da parte degli armatori. Tuttavia, pur non trattandosi di un atto immediatamente lesivo il documento del 10/08/20 firmato dal Direttore Generale dott. Mauro Coletta – ha chiosato il legale – andrebbe impugnato attraverso un ricorso al TAR del Lazio in quanto si tratterebbe del fondamento su cui verrebbe creata l’impalcatura del prossimo Decreto Tariffario che, una volta divenuto definitivo, sarà difficile modificare.
Il suggerimento finale che l’avvocato Malaguti ha rivolto all’intera categoria dei piloti di porto è di adoperarsi affinché il MIT possa in autotutela rivedere i contenuti del documento ed evitare, non avendo la certezza che ciò avvenga, che scadano i termini del ricorso al TAR del Lazio. Ovviamente – ha precisato – l’eventuale ricorso vedrebbe verosimilmente l’opposizione degli armatori i quali traggono un obiettivo beneficio dalle predette deduzioni.
“Sarebbe stato bello vedere una levata di scudi, invece, si è assistito solo ad un assordante silenzio intervallato da qualche pilota che ha chiesto all’U.P. di proporre ricorso”. Con queste parole il CLC Vincenzo Bellomo ha chiuso il convegno, chiarendo che “l’Unione Piloti questa volta non farà il Don Chisciotte e che, all’indomani della riunione, spetterà all’intera categoria, indipendentemente dall’appartenenza all’una o all’altra sigla sindacale, decidere il da farsi su un tema importante come quello del ricorso avverso i nuovi criteri e meccanismi tariffari. L’Unione Piloti, avendo acquisito il volere della maggioranza dei piloti, aspetterà alla finestra attendendo che trascorra il tempo che, come è noto, è un galantuomo”.