Presso le sale del Club Nautico Versilia le immagini e i racconti di questa meravigliosa impresa. Una spedizione scientifica che ha anche contribuito a fornire preziosi dati all’Enea.
“Il mare ha tante storie da raccontare, basta solo saper ascoltare il suono della sua voce.”
Viareggio-Sabato pomeriggio, presso le sale del Club Nautico Versilia, un pubblico numeroso e coinvolto, ha rivissuto attraverso il racconto e le immagini di Romolo Becchetti, le tappe principali di quella che non è stata solamente una meravigliosa avventura ma anche un’importante spedizione scientifica che ha contribuito a fornire preziosi dati all’Enea: il Passaggio a Nord Est con il Cutter Best Explorer, prima barca a vela italiana e terza nella storia della navigazione ad averlo realizzato.
Santacrocese ma viareggino d’adozione, settantenne, imprenditore, velista, un passato da pilota di prototipi e sport, vincitore anche di una 1000km di Monza e un presente da esperto nuotatore (campione italiano UISP e buoni piazzamenti sia agli europei che ai mondiali), collezionista di auto d’epoca (numerose le sue partecipazioni alla Millemiglia), da sempre amico del sodalizio viareggino, Becchetti ha fatto parte quest’anno dell’equipaggio del Comandante Nanni Acquarone che, a bordo del Cutter Best Explorer (scafo in ferro con rinforzo in acciaio a prua, lunghezza 15,17 metri, dislocamento 25 t, costruttori Giorgetti e Magrini, anno 1984, pescaggio min/max con deriva 1,40/2,90, motore Solè 95HP a 2500 rpm, serbatoio gasolio1800 lt, serbatoio acqua 1600 lt), ha compiuto la traversata del “Passaggio a Nord Est” su una rotta che sta diventando una grande opportunità per le navi mercantili in quanto riduce di molto i giorni di viaggi rispetto alle altre rotte.
Si è trattato di una corsa contro il tempo (facilitata anche dal disgelo del mar glaciale Artico) perché il ghiaccio lascia passare le imbarcazioni solo per pochissimi mesi all’anno.
“La barca si trovava, reduce dal giro del Pacifico, in riparazione a Osaka da cui è ripartita alla volta dell’Artico.- ha spiegato Becchetti -Io mi sono imbarcato a Petropavlosk in Kamchatka, estremo oriente russo, e ho proseguito fino alla fine, con rotta verso nord e poi verso ovest attraverso lo stretto di Bering. La rotta percorsa da Petropavlovsk a Tromso in Norvegia è di 6.500 mn circa: tempo impiegato un po’ più di due mesi. L’itinerario previsto con almeno otto soste, è stato ridimensionato dal ministero degli interni, il vecchio KGB, per motivi militari e le soste sono state ridotte a quattro.
Quindi lunghe navigazioni in acque sconosciute e spesso fra i ghiacci. Abbiamo toccato i porti di Providenia- Pevek -Tiksi -Murmans –Tromso oltre a uno stop a Tilichiki per riparare un guasto tecnico. Abbiamo avuto diversi controlli durante la navigazione da parte della Guardia Costiera russa che era sorpresa di incontrare una barca a vela a quelle latitudini e sempre ci ha lasciato, dopo accurati controlli, con manifestazioni di simpatia. Animali marini come orche, trichechi, balene, foche orsi bianchi e una grande quantità di uccelli sono stati avvistati durante la rotta.”
Durante questa missione, l’equipaggio, grazie ad un particolare macchinario per analizzare le acque, ha, inoltre, effettuato prelievi nel mare Glaciale Artico per verificare l’inquinamento da microplastiche: i dati raccolti saranno ora utilizzate dall’Enea anche per importanti analisi e per studi sul plancton.
“A bordo eravamo in cinque: il comandante e armatore Nanni Aquarone, Salvatore Magri, Gianfranco Riccioni, Danilo Baggini ed io- ha proseguito Becchetti -Ci siamo alternati a turno sia alla guida che a tutto quanto c’era da fare a bordo. Il mio compito principale, visto che parlo russo, era tenere i contatti con le autorità sia a terra che in navigazione e con i locali quando sbarcavamo. Bellissime le loro facce quando dicevo da dove venivamo e con che mezzo eravamo arrivati.”