Delineare un’agenda condivisa delle priorità del Mare, questa l’istanza che Mario Mattioli ha rivolto al Governo, rappresentato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dai Ministri Paola De Micheli e Sergio Costa, nonché dal Sottosegretario di Stato Manlio di Stefano, intervenuti all’Assemblea annuale della Confederazione Italiana Armatori, svoltasi a Roma presso l’Auditorium della Tecnica-Confindustria.
Edi Rama, Primo ministro della Repubblica Albanese, in occasione della sua visita in Italia, ha rivolto un breve saluto all’Assemblea della Confederazione Italiana Armatori e agli oltre 800 partecipanti rappresentanti dell’industria armatoriale, delle associazioni e delle imprese del cluster marittimo, delle ambasciate estere in Italia nonché a personalità del mondo politico, militare, amministrativo, imprenditoriale e sindacale e di oltre 200 studenti e allievi degli ITS e ITN provenienti da molte parti d’Italia.
Il Presidente Mattioli nella sua relazione ha ricordato che la flotta italiana rappresenta un “marchio di qualità” internazionalmente riconosciuto. Un punto di forza del “Sistema Paese” che si fonda su: qualità dei servizi, tutela del lavoro marittimo e sicurezza delle persone, delle merci e dell’ambiente marino e che l’economia del mare si rafforza quale frontiera economica mondiale: “l’industria marittima è capace di stimolare sviluppo, occupazione qualificata e innovazione; è una risorsa indispensabile, anzi insostituibile, per l’economia mondiale, per fronteggiare con successo e in modo unitario le sfide globali dei prossimi decenni”.
In Italia il cluster marittimo vale 32 miliardi di euro, la Blue Economy allargata (considerando anche sport, energia e turismo) ha un valore stimato di 130 miliardi. Se il Paese saprà attivarne il potenziale ancora inespresso, si creeranno ulteriori ingenti risorse. “Proprio per questo, abbiamo immaginato l’Assemblea odierna come un invito a considerare il mare e la terra un unico “ambiente di sviluppo integrato”. “Dobbiamo riuscire a congiungere le Alpi e il mare in un’unica prospettiva virtuosa ed è per questo che abbiamo più volte chiesto un’Amministrazione dedicata alle politiche marittime, ma continuiamo a rivolgerci ancora ad almeno otto Dicasteri”.
Dopo l’analisi delle problematiche marittime che quotidianamente vedono lo shipping italiano confrontarsi con tanti Ministeri, concludendo il Presidente Mattioli ha affermato che “Oggi la competizione si è spostata nel quadro europeo dove le condizioni di registrazione delle navi sono ormai praticamente equivalenti. Pertanto, la scelta della bandiera è determinata dalle condizioni del “Sistema Paese”. E il nostro sembra soffrire di quella che viene definita “Sea blindness”, l’incapacità di riconoscere il ruolo centrale dell’economia del mare per la nostra vita di ogni giorno. Ed ecco il punto: Siamo un Paese davvero “marittimo”? Siamo una nazione shipping friendly?
Abbiamo il coraggio di dedicare alle politiche marittime una governance unitaria? Io spero vivamente di sì”. Dopo la Relazione del Presidente di Confitarma, Paolo Mieli ha coordinato gli interventi di Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Paola De Micheli, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Manlio di Stefano, Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla Cooperazione Internazionale, e Claudio Andrea Gemme, Presidente del Gruppo Industria e Ambiente di Confindustria. “Stiamo lavorando in Europa per far valere le nostre specificità sul Registro Internazionale – ha affermato Paola De Micheli – perché crediamo sia una misura destinata a migliorare la competitività delle nostre navi esattamente come il marebonus e il ferrobonus che hanno già dato risultati molto importanti”.
Il Ministro Sergio Costa ha annunciato di aver costituito presso il ministero dell’Ambiente una direzione generale del mare che sarà operativa dal 1° gennaio 2020. Una struttura per il mare che “oggi non c’è” per dialogare con gli armatori. Manlio Di Stefano ha concordato sull’esigenza fondamentale di avere un governance nazionale, dedicata, unica e di coordinamento per il settore del mare. Del resto, un’industria tecnologica come quella dello shipping non può essere imbrigliata dalla burocrazia e quindi senza dubbio un coordinamento ancora più stretto non può che portare ad un vantaggio reciproco.
Claudio Andrea Gemme ha affermato che “L’economia del mare può rappresentare un esempio di innovazione in chiave green in grado di attivare un circolo virtuoso lungo tutta la filiera e fornire così un forte impulso alla crescita e alla competitività del Sistema Italia”. L’Assemblea della Confederazione Italiana Armatori si è poi conclusa con l’intervento del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha affermato che operare e competere liberi e sicuri nel mondo è una necessità primaria dei Paesi marittimi e che il nostro è un Paese straordinariamente marittimo.
Il Presidente del Consiglio ha aggiunto che il Governo è fortemente impegnato nella promozione internazionale dell’industria italiana ben sapendo che gran parte dei nostri prodotti viene trasportato via mare. Il Presidente Conte ha poi sottolineato che è fondamentale assicurare alla flotta nazionale la possibilità di competere sui mercati globali, seguendo il percorso già tracciato dalla Commissione europea per il mantenimento e lo sviluppo delle industrie marittime degli Stati membri, evitandone la delocalizzazione.