Kalamata. L’Autorità portuale di Kalamata, fino a ieri sera, non era a conoscenza dell’arrivo della petroliera iraniana Adrian Darya 1, confermando di non aver ricevuto alcuna richiesta formale da parte dell’armatore per eventuale attracco nel porto di Kalamata. La destinazione di questa nave rimane ancora un mistero!
La petroliera, Adrian Darya 1, oggi battente bandiera iraniana, è una VLCC, già nota come Grace 1 di bandiera panamense, sta navigando verso est nel Mediterraneo e diretta al porto di Kalamata in Grecia. La Corte Suprema di Gibilterra aveva autorizzato la nave a lasciare la Rocca l’altro giorno, dopo la detenzione di circa sette settimane con un nuovo equipaggio, e comunicando l’arrivo nel porto greco per il giorno 28 agosto prossimo. Per questo il porto di Kalamata, come per gli altri viaggi del 2019, ha iniziato le operazioni “ship to ship” con autocisterne per consentire il passaggio, come si presume, attraverso il Canale di Suez.
L’unica cosa certa è che gli Stati Uniti hanno allertato la Grecia per prima e agli altri porti del Mediterraneo poi, dal fornire assistenza alla nave. Azioni da evitare da parte della Grecia che sarebbero interpretate come supporto materiale alle Guardie rivoluzionarie islamiche considerate dagli Usa terroriste, onde evitare conseguenze diplomatiche. Teheran, intanto, intima gli Usa di non interferire sulla navigazione della petroliera per evitare gravi conseguenze; diplomatici iraniani invitano a desistere da eventuali attacchi con squadre speciali per prendere la nave.
L’Iran non ha confermato che in seguito alla liberazione della Grace 1 avrebbe permesso alla nave inglese detenuta dal 19 luglio scorso, Stena Impero, di lasciare Bandar Abbas. Le tensioni lungo la tratta di mare dello Stretto di Hormuz rimangono tutte; con un avviso da parte dell’Iran che il trasporto marittimo lungo tali rotte potrebbe essere “non sicuro”, come riportato in un ultimo discorso del presidente Hassan Rouhani: “ … E’ inconcepibile che lo Stretto di Hormuz sia libero per americani e inglesi, mentre lo Stretto di Gibilterra non è libero per noi …”