La lettera scritta dai presidenti di Camera di Commercio, delle province di Lazio e Campania, al Premier Mario Monti, ha prodotto dei risultati, se pur minimi, al decreto sulle liberalizzazioni per i proprietari di imbarcazioni da diporto.
Infatti, il senatore Enrico Musso, esperto di economia marittima, avendo condiviso le preoccupazioni di molte istituzioni di città e regioni costiere, si è fatto carico, con altri senatori, dell’emendamento alla norma sulla tassa di stazionamento per trasformarla in tassa di possesso.
La norma fiscale, precedentemente formulata, stava favorendo l’esodo degli yacht dai nostri porti turistici verso quelli stranieri; per questo il nuovo testo ha introdotto delle semplificazioni anche sulle attività di noleggio delle imbarcazioni; ed ancora la liberalizzazione del noleggio occasionale, così emendata, non trasformerà l’unità privata in “commerciale”, semplificando di fatto l’attività economica del viaggio per diporto, capace di creare posti di lavoro senza oneri per lo Stato.
Quindi, la nuova formulazione della imposta di stazionamento, senza costi per l’erario, sarà legata alla proprietà dell’imbarcazione da diporto e non al suo stazionamento in un porto italiano. La modifica approvata, ieri, in commissione durante l’esame del dl liberalizzazione riscrive quanto previsto dal decreto legge “Salva-Italia”: per gli importi si va dagli 800 euro annuali per le barche dai 10,1 ai 12 metri, fino ai 25mila euro per yacht di lunghezza superiore ai 64 metri.
La tassa, si legge nell’emendamento, non si applica ai soggetti non residenti e non aventi stabili organizzazioni in Italia che posseggano unità da diporto, sempre che il loro possesso non sia attribuibile a soggetti residenti in Italia, nonché alle unità bene strumentale di aziende di locazione e noleggio. Sostanzialmente si potrà noleggiare la propria imbarcazione (a viaggio occasionale) pagando una tassa unica del 20%.
Per molte associazioni del comparto della nautica da diporto e del turismo nautico è stato un “goal” raggiunto, nel vasto panorama delle liberalizzazioni, nell’affermare l’importanza dell’industria nautica e del contributo che essa può dare al paese Italia anche in termini di indotto ed occupazione.
Foto: Simone Rella