Che ci sia una certa alleanza politica tra Italia Navigando e Regione Puglia per lo sviluppo della portualità turistica è risaputo: Ernesto Abaterusso, presidente del CdA di Italia Navigando, controllata di Invitalia, insieme con l’assessora Sviluppo economico, Loredana Capone, hanno lavorato per sponsorizzare progetti in Puglia (Gallipoli:12 milioni di euro e per Lecce 6,5 milioni di euro).
Già nel 2010, la regione Puglia aveva firmato un Accordo di programma quadro con Italina Navigando (Invitalia e Ministeri interessati) per la portualità turistica pugliese: a Gallipoli, con un solo progetto si sta pensando ad una rivalutazione globale del porto stesso, da levante a ponente, come afferma il Sindaco Venneri. Mentre a Lecce si sta ancora discutendo di una proposta dell’assessora condivisa da Italia Navigando, ma si aspettano i pronunciamenti del sindaco Paolo Perrone.
A Viareggio, invece, la settimana scorsa, durante la Convention UCINA SATEC 2011, in cui è stato presentato lo studio ISPO del Prof. Renato Mannheimer “Le Amministrazioni locali e la Nautica”, la vice presidente della Regione Puglia, Loredana Capone, intervenendo ha sostenuto che riguardo ai porti turistici il problema non si pone nella progettualità e costruzione, con dragaggi connessi, ma riguarda il sistema di infrastrutture e della produzione di servizi nautico/turistici. La Capone, sviluppando questo concetto, ha rimarcato: “la Puglia è consapevole che la nautica esprime grandi potenzialità.
Stiamo promuovendo un sistema di porti turistici che non solo faccia aumentare i posti barca, guardate la Francia e le Baleari, ma tutto il sistema turistico che ruota intorno ai porti con le produzioni industriali e dei servizi connessi”. Naturalmente tutti i presenti non hanno battuto ciglio; in casa Confindustria nautica era proprio un invito a costruire porti e porticcioli ed il Ministro Matteoli le ha ricordato l’ultimo decreto del Governo proprio su queste linee liberali.
Poi, la Capone, ricordandosi che fa parte della giunta Vendola, ha criticato la politica del governo sullo sviluppo della nautica: “c’è bisogno di una strategia di politica industriale nazionale chiara e netta, che non parli di burocrazia zero solo come slogan, ma detti regole chiare e pretenda efficienza nella loro applicazione, che non parli di federalismo demaniale e poi pretenda che i distretti turistici siano addirittura riconosciuti dal Presidente del Consiglio dei ministri che non dica di voler investire sui porti e poi vessa le imprese che vogliono investire e s’inchina a Fincantieri invece di chiederle di restare con un buon piano industriale”.
Occorre, però sottolineare che certi argomenti tecnici, a volte ostici, non sono e non possono essere trattati solo politicamente, se si crede ad uno sviluppo turistico e nautico come la Puglia Corsara afferma. Parlare di Distretto della nautica pugliese solo dal punto di vista politico, come sta accadendo da qualche giorno; non porta a realizzare nessun obiettivo strategico; come pure nel vasto campo dei mestieri del mare, tutti si affannano a realizzare corsi importati da altre realtà marittime che non appartengono alla storia marinara pugliese.
Occorre prima di tutto effettuare una seria rilevazione dei fabbisogni formativi delle imprese di settore legate seriamente alla nautica e all’organizzazione del lavoro portuale operanti nel distretto nautico. Sulla base di questi dati rilevati si può predisporre un piano per la reale offerta formativa, tralasciando corsi di ceramica e di soffiatura del vetro. Le imprese del distretto della nautica pugliese hanno bisogno di una azione di formazione professionale specifica prima e, in un secondo momento, di innovazioni per evitare di cavalcare il “nuovo” con le scarpe “vecchie”.
Abele Carruezzo
Foto: Simone Rella