Milano. Tutti sanno che il 90% del commercio internazionale mondiale viaggia via mare e le emissioni di gas in atmosfera di questo settore rappresentano dal 3 al 4% delle emissioni globali di CO2, e quindi l’impatto ambientale dello shipping mondiale va rivisto nella sostenibilità del trasporto marittimo.
La ‘crociera’- come prodotto e servizio turistico – sta diventando una scelta di vacanza sempre più popolare, soprattutto tra le giovani generazioni. Si stima che il numero di passeggeri in crociera cresca di circa il 10% l’anno, con la dovuta riduzione per la pandemia e che comunque il settore del cruising sta recuperando.
Friend of the Sea in quest’ultimo anno ha sviluppato un nuovo progetto di certificazione, con l’obiettivo di migliorare l’uso sostenibile dell’ambiente marino da parte del settore marittimo/mercantile. Friend of the Sea ha sviluppato anche un nuovo programma di certificazione, con l’obiettivo di incrementare tecniche sostenibili nello sfruttamento delle risorse dell’ambiente marino da parte dell’industria navale. Il nuovo standard di certificazione intende rafforzare le pratiche responsabili del settore del trasporto marittimo. I criteri Friend of the Sea per i trasporti marittimi sostenibili richiedono: – prevenzione dell’inquinamento tramite regolamentazione dell’efficienza del carburante; – controllo dell’uso di prodotti antivegetativi e dei rifiuti; – responsabilità sociale; – rispetto delle leggi.
Dall’analisi progettuale risulta che navi da crociera sono sempre più percepite come pesanti inquinatori: gli impatti negativi della crociera possono includere emissioni di combustibili fossili, smaltimento irresponsabile delle acque reflue, ecc . – per cui le navi da crociera fanno male all’ambiente -. Questa è una declinazione comune e generalista della ‘crociera’!
L’analisi stima che ogni giorno una grande nave da crociera genera tanto quanto: 113,6 mc. di liquami, 965,3 mc. di acqua sporca da docce, lavelli, lavanderie e lavastoviglie, nonché sostanze chimiche pericolose derivanti dall’elaborazione fotografica, lavaggio a secco e prodotti per la pulizia industriale; 26,5 mc. di acqua di sentina oleosa; ciminiera e emissioni di scarico equivalenti a 12.000 auto. È stato riportato che l’impronta di carbonio (carbon footprint) di ciascun passeggero in mare è tre volte superiore a quella di un lavoratore a terra. L’impronta di carbonio è usata per misurare le emissioni di diossido di carbonio (anidride carbonica) e, più in generale, dei gas effetto serra emessi da un prodotto, un servizio, un’organizzazione, un evento o un individuo. È espressa generalmente sotto forma di tonnellate di CO2 equivalenti (tCO2e) e nella determinazione della carbon footprint degli individui sono valutati il modo di abitare, i mezzi di trasporto usati e lo stile alimentare.
Intanto si parla più spesso di ‘crociera sostenibile’. L’industria delle crociere sta reagendo agli impatti delle crociere sull’ambiente. Sono in fase di sviluppo nuove linee guida e standard per definire quali passaggi sono necessari per ridurre l’impronta di carbonio, lavorando verso una crociera sostenibile.
Ci sono stati significativi progressi nella ricerca sulla sostenibilità ambientale delle navi da crociera che hanno portato all’implementazione di nuove tecnologie che favoriscono la crociera verde.
Infatti, le green ship cruise possono essere eco-friendly e le compagnie di navigazione in generale e delle navi da crociera in particolare hanno messo in atto misure per garantire la sostenibilità. Alcuni rifiuti delle navi da crociera sono trattati prima dello scarico. Così, il modo più conveniente per smaltire i rifiuti alimentari è quello di liquefare il cibo avanzato in un tritacarne industriale, mescolarlo con acqua fino a ottenere una miscela omogenea e poi essere smaltito in porto, incenerito o pompato in mare quando la nave è in acque profonde e lontano dalle coste.
Friend of the Sea è un progetto della World Sustainability Organization, un’ONG internazionale che porta avanti una missione umanitaria di tutela ambientale, fondata da Paolo Bray. Friend of the Sea è diventato lo standard di certificazione leader per prodotti e servizi che rispettano e proteggono l’ambiente marino. La certificazione premia le pratiche sostenibili nei settori della pesca, dell’acquacoltura e della produzione di olio di pesce e omega 3. E soprattutto progetti pilota nel trasporto marittimo.
Abele Carruezzo