Bari-E’ stato presentato, nella sala conferenze dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale, il progetto del catamarano “Energy Observer“, che da giovedì 19 Luglio e fino a lunedì 23, sarà ormeggiato presso il Marina del CUS (Centro Universitario Sportivo). Un’imbarcazione di trenta metri con propulsione elettrica, che funziona grazie all’uso combinato di energie rinnovabili e di idrogeno. Tecnologicamente avanzata e con le più avveniristiche tecnologie nel campo delle energie ricavabili da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico e l’eolico. Bari è lo scalo numero ventisei nel programma del viaggio del catamarano, impegnato nel giro del mondo della durata di sei anni e che prevede centouno scali in cinquanta nazioni.
Il prof. Ugo Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale, interviene:”Ho visto che ha avuto un grande successo in tutti i porti che ha toccato, c’è stato un interesse del pubblico e dei media ed effettivamente è un fatto straordinario, fa il giro del mondo e non inquina, non sporca i mari anzi contribuisce, in qualche misura, a monitorare lo stato degli oceani e quindi può permettere di intervenire e di recuperare quello che oggi è un grande problema cioè l’inquinamento della -risorsa mare-; basti pensare alle enormi isole di plastica che ormai navigano per gli oceani e che distruggono l’ambiente. Per me è un fatto importante per far comprendere che c’è la possibilità di sviluppare una logistica poco impattante. Chiaro, che questo catamarano è quanto di più avveniristico noi abbiamo, cioè è difficile oggi pensare ad un mezzo di trasportodi massa che sia così poco impattante”. Continua, rispondendo ad una domanda sul perchè della scelta, da parte dell’equipaggio francese, di approdare nel porto di Bari:”Noi cerchiamo di fare del porto un’Innovation Dock, un Living Lab permanente, quindi attrarre tecnologie, ricercatori, progetti, esperimenti, perchè questo permette anche di decomporre il rapporto tra il porto e la città. Questo è un bel mezzo però è anche uno strumento didattico; è anche uno strumento per avvicinare i giovani alla cultura dell’ambiente e al suo rispetto. Questo è assolutamente nelle linee di indirizzo del mio mandato”.
Nicola Conenna, presidente della Fondazione H2U The Hydrogen University, spiega:”Le parole chiave sono due, transizione energetica ed idrogeno: idrogeno, che produciamo con la corrente elettrica dall’acqua e nel loro caso specifico addirittura dall’acqua di mare, lo produciamo rompendo il legame con l’ossigeno e questo si comporta come una batteria ricaricabile e poi viene riutilizzato per esempio nei trasporti e nel loro caso in un trasporto marittimo. La corrente elettrica non dobbiamo prenderla dalla rete, deve provenire da energie rinnovabili, che nella nostra regione sono ampiamente diffuse. L’idrogeno si comporta come accumulatore (Energy Storage) di energie rinnovabili che sono tipicamente discontinue e non programmabili, come il vento e il sole. Un progetto costato cinque milioni di euro, di cui tre spesi in ricerca e sviluppo e che terminerà nel 2022 a New York. Salpato il mare con la benedizione di Macron e di molte istituzioni tra cui l’Unesco e il Ministero della Transizione ecologica e solidale francese (in totale sono 60 i partner privati e pubblici che stanno sostenendo il progetto).
Il Comandante in seconda, Maren Jerry:”Un progetto ideato da Victorien Erussard e capo di questa spedizione, non presente qui oggi perchè è a New York essendo Ambasciatore di Francia presso le Nazioni Unite per i temi dello sviluppo sostenibile. Come ufficiali di Marina abbiamo navigato molto e ci siamo resi conto della situazione degli oceani che si sta rapidamente deteriorando con plastiche, piattaforme e quant’altro, ci rendiamo conto che il mare è -sotto attacco- e pensiamo sia giusto fare qualcosa e ci siamo imbarcati in questo progetto ambizioso ed entusiasmante. Nel 2020 faremo sosta a tokyo per l’inizio delle Olimpiadi, dove il Giappone ha intenzione di iniziare -La Civiltà dell’Idrogeno-. Si concluderà nel 2022 a New York davanti alle Nazioni Unite”. Conclude:”L’aspetto principale, su una barca come questa dove non è presente nemmeno una vela, è di fare molta attenzione ai consumi energetici”.
Il presidente del CUS Bari (Centro Universitario Sportivo), Giuseppe Seccia:”Una magnifica imbarcazione ultratecnologica, sembra una imbarcazione di James Bond, la finzione diventa col temo la realtà. Per il CUS è un onore ospitare il catamarano in questa occasione e in questi giorni, il CUS, sarà aperto per tutta la cittadinanza che vorrà visitare l’imbarcazione. Abbiamo attivato le due università, PoliBa ed UniBa, per stimolare gli studenti universitari e rendersi conto di quello che vuole essere la tecnologia e quale può essere il futuro delle nostre generazioni, per cui invito tutti a venire al CUS per vedere realmente che cos’è questa bellissima imbarcazione”.
Il Console di Francia a Bari, Stefano Romanazzi:”Un’interessantissima opportunità di studio, mi piace molto, da uomo di mare, il fatto che questo tipo di laboratorio sia stato relizzato su un’imbarcazione dove, ovviamente, si vivono delle condizioni estreme, per cui tutto il concetto di questo studio è stressato e quindi è interessante per quelli che saranno poi gli sviluppi futuri, nelle case, nelle città, in condizioni climatiche più semplici”. Praticamente un vero laboratorio del cambiamento climatico che cerca delle soluzioni concrete per la salvaguardia del pianeta.
Salvatore Carruezzo