Fincantieri: approvato il bilancio del gruppo

Il Consiglio di Amministrazione di Fincantieri, riunitosi oggi, ha esaminato e approvato il progetto di bilancio consolidato e il bilancio d’esercizio relativi all’anno 2011:

L’esercizio 2011 si chiude registrando ricavi annui che, nonostante un crollo significativo del mercato, si assestano a circa euro 2,4 miliardi con una quota di export che supera l’80% e con ordini acquisiti nell’esercizio per oltre euro 1,8 miliardi.

Dopo due esercizi caratterizzati dall’emersione di significativi oneri non ricorrenti, l’esercizio 2011 chiude con un utile netto pari a oltre euro 10 milioni, un di euro 138 milioni e un eccesso di cassa rispetto alla posizione debitoria (Posizione finanziaria netta) pari a euro 166 milioni, che le consente di svolgere la propria attività senza pressioni finanziarie di alcun genere.

A dimostrazione della solidità della struttura patrimoniale e finanziaria del Gruppo va rilevato che il Patrimonio netto risulta essere pari a euro 951 milioni, con euro 300 milioni di riserve. prevalentemente per utili non distribuiti. Inoltre, in bilancio sono appostati anche fondi più che congrui per fronteggiare rischi e oneri specifici per un ammontare pari a circa euro 114 milioni.

Gli investimenti, pari a euro 78 milioni, sono relativi al completamento di progetti già avviati negli esercizi precedenti al fine di accrescere l’efficienza produttiva e a interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di rispetto dell’ambiente. Tale valore include anche la continuazione del programma di investimenti in atto nei cantieri americani.

Nel corso del 2011 sono stati acquisiti ordini per euro 1.863 milioni, in leggero decremento rispetto al dato del 2010 pari a euro 1.912 milioni.

In particolare sono stati acquisiti ordini per la costruzione di due navi da crociera di grandi dimensioni per il Gruppo (una per il brand inglese P&O Cruises e una per il brand ) e di una da crociera extra-lusso di piccole dimensioni per l’armatore francese Compagnie du Ponant.

Nel settore militare si segnala l’acquisizione, attraverso la controllata Orizzonte Sistemi Navali, dell’ordine per la realizzazione di un’unità da sbarco e supporto logistico destinata alla Marina Nazionale della Repubblica Democratica e Popolare Algerina e, attraverso la controllata americana Fincantieri Marine Group, dell’ordine per la costruzione di un’ulteriore unità (Littoral Combat Ship) per la US e di altre 21 unità minori per la US Coast Guard.

Presso i cantieri americani verranno costruite anche le due navi ordinate da , il più importante operatore al mondo nel settore dei servizi per l’industria offshore.
Infine sono stati acquisiti ordini per euro 62 milioni nel business riparazioni e trasformazioni e per euro 136 milioni in quello dei sistemi e componenti.

Per fronteggiare con tempestività la carenza di carichi di lavoro, preso atto della natura strutturale della crisi, è stato predisposto e avviato un Piano di riorganizzazione per adeguare la capacità produttiva alla domanda e più in generale per efficientare tutto il sistema aziendale, mettendolo in grado di fronteggiare la crescente competitività del mercato.

Nel corso dell’esercizio Fincantieri ha quindi perseguito un confronto a tutti i livelli con il sindacato, sfociato in un accordo a livello nazionale firmato il 21 dicembre 2011 dal Ministero del Lavoro, dall’azienda e dalle principali sigle sindacali – FIM-CISL, UILM-UIL, UGL Metalmeccanici, e FAILMS CISAL – che rappresentano la maggioranza dei lavoratori.

Commentando i risultati del 2011 l’Amministratore delegato di Fincantieri ha detto: “La società conferma la sua posizione di leadership, grazie anche alla forte struttura finanziaria e patrimoniale. Con l’accordo sindacale concluso alla fine dello scorso anno, volto ad adeguare la capacità produttiva alla domanda, siamo più competitivi in un mercato che è ancora estremamente depresso”.

Bono ha poi concluso: “Mai come in questo momento è indispensabile che tutta l’azienda, dal management a tutti i dipendenti, sia unita per perseguire quegli obiettivi di crescita che, seppure difficili, possono essere raggiunti anche in questo momento di grave crisi”.