Fincantieri: al via progetto “Plasmare” per piattaforme galleggianti

E’ stato presentato oggi, presso la Facoltà di Economia dell’, il , per la realizzazione di impianti “navalizzati” per il trattamento dei rifiuti solidi urbani. Il progetto è ideato e promosso da attraverso il suo centro di ricerca applicata Cetena (Centro per gli Studi di tecnica navale).

Sono intervenuti, tra gli altri, il Sottosegretario di stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze , il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, il sindaco di Castellammare di Stabia , il Rettore dell’Università Massimo Marrelli, il Preside della Facoltà di economia Achille Basile e l’amministratore delegato di Fincantieri .

Nel corso dell’incontro Fincantieri, leader mondiale nella progettazione e costruzione di unità navali ad alto valore aggiunto, ha annunciato di voler creare una nuova linea di prodotto e ha illustrato le soluzioni tecnologiche che, attraverso il Cetena, ha attualmente allo studio: piattaforme galleggianti con impianti per la produzione di combustibile da rifiuti (abbr. cdr) e successivo recupero energetico, navi per il trasporto dei rifiuti solidi urbani raccolti da isole o altri territori con scarsa viabilità terrestre, e navi dotate di impianti per lo smistamento dei rifiuti e produzione di cdr da trasferire da porto a porto.

Il progetto “Plasmare”, in fase avanzata di sviluppo, prevede la costruzione di due piattaforme galleggianti non autopropulse da posizionarsi in acque “protette”: la prima dedicata alla ricezione dei rifiuti solidi urbani con produzione di cdr (smaltimento di circa 400 tonnellate al giorno di rifiuti solidi urbani), e la seconda per la gassificazione dello stesso prodotto tramite l’utilizzo di in grado di recuperare energia dal prodotto.

Alla luce del diverso livello di maturità delle tecnologie impiantistiche utilizzate, per il progetto si è ipotizzato un approccio modulare che prevede di partire a breve con la realizzazione della piattaforma dedicata alla produzione di cdr alla quale, in una seconda fase, si affiancherà la piattaforma con impianto al plasma, che necessita di un più lungo periodo di messa a punto.

Questi natanti, opportunamente attrezzati e tecnologicamente avanzati, sfrutterebbero gli spazi marini, garantendo il decongestionamento delle aree terrestri adibite a discariche, spesso limitate e penalizzate da considerevoli problemi logistici.

Il progetto, contribuendo in maniera eco-compatibile alla soluzione del problema dei rifiuti, offrirebbe evidenti vantaggi: emissioni inquinanti solide e gassose prossime allo zero, tempi di realizzazione brevi, costi di realizzazione ed operativi contenuti e certi, limitato impatto sul territorio grazie alla possibilità di localizzare gli impianti in opportune aree portuali dismesse o abbandonate.

Infine, la costruzione delle piattaforme, in un momento, come l’attuale, di drammatica crisi del comparto navalmeccanico, darebbe impulso all’industria cantieristica, generando importanti ricadute occupazionali che deriverebbero dalla costruzione degli impianti e, una volta operativi, dalla loro gestione.