Sono riprese oggi le proteste ad Ancona dopo due settimane di stop: ripartono con i Martedì della collera dei lavoratori della Fincantieri, con uno sciopero di due ore (dalle 9 alle 11) e un corteo in centro, concluso da un sit-in improvvisato in piazza Roma.
Erano almeno 200 gli operai che hanno preso parte alla manifestazione, aperta da uno striscione con la scritta “Fincatieri non si tocca”. Lo sciopero ha interessato i pochissimi addetti alla manutenzione per i quali il cantiere, privo di commesse dall’aprile scorso, resta ancora aperto. Mentre quasi tutta la forza lavoro, oltre 500 addetti, è in cassa integrazione.
Ieri hanno preso il via i primi corsi di formazione per 30 addetti: a scaglioni, coinvolgeranno da qui a gennaio 300 lavoratori. «Noi non molliamo – attacca il delegato Fiom della Rsu Pierpaolo Pullini – anche se l’amministratore delegato Giuseppe Bono non ha ancora risposto ad una nostra richiesta di incontro.
Da poco Fincantieri ha acquisito la commessa della nuova nave ammiraglia di Costa Crociere da 132.500 tonnellate, che verrà costruita a Marghera: chiediamo che parti di lavorazione vengano ridistribuite in altri stabilimenti del gruppo in Italia».
La mobilitazione non si interromperà neanche in vista del Congresso eucaristico nazionale, che dal 3 all’11 settembre prossimo – giorno in cui papa Benedetto XVI celebrerà la messa conclusiva in porto, nell’area della Fincantieri – richiamerà ad Ancona centinaia di migliaia di pellegrini.
«Il papa viene per portare un messaggio positivo, lo aspettiamo, siamo contenti che abbia scelto la nostra città. Non vorremmo però che si ritrovasse a parlare in un cantiere desertificato dall’assenza di lavoro». Al termine della messa, alcuni cassintegrati della Fincantieri e di altre aziende in crisi pranzeranno con il pontefice, che ascolterà i loro problemi.
Salvatore Carruezzo