La situazione dei mercati, sul versante dello shipping, rimane complessivamente incerta e le Compagnie di navigazione si stanno muovendo con molta cautela.
Rimane, tuttavia, il pieno contributo allo sviluppo della nostra Italia che il settore economico marittimo dedica e comunque rimane una risorsa importante per affrontare i periodi di crisi.
I giovani e tutto il personale di bordo delle navi da carico e di quelle passeggeri conoscono le reali prospettive di lavoro che questo settore mette a disposizione; anche dal punto di vista della sicurezza e qualità della vita di lavoro, il settore delle navi è nettamente superiore a qualsiasi altra industria terrestre; senza considerare la qualificazione professionale in un simile settore.
Siamo giunti, così, in questa fase ad avere una forte richiesta di ufficiali di coperta e di macchina che supera abbondantemente l’offerta, al punto che le compagnie di navigazione accompagnano i giovani e sono impegnati a tutorare la carriera di bordo di giovani che scelgono l’imbarco su navi mercantili, conservando la loro specializzazione in impieghi a terra negli uffici armatoriali.
Il problema, oggi, è che gli Istituti Nautici tornino ad essere focus per una preparazione di base e non una “scuola media” allungata, paternalista, anzi maternalista; mentre i centri di formazione professionale propongano una specializzazione attenta ai processi innovativi della navigazione e della produzione dell’energia; senza essere solo “centri” accreditati a produrre certificati e basta, per poi scoprire, un domani, una preparazione professionale sulla carta.
Del resto, lo shipping ha bisogno di grandi professionalità, che vengono compensate in maniera adeguata, nettamente superiore a settori dei servizi e dell’industria; il fatto importante è che ancora oggi le Compagnie di navigazione hanno continuato e continuano ad investire in qualità della formazione.
Una città marittima, dovrebbe essere fiera di accreditarsi a “centro” di eccellenza per una preparazione professionale marinara. Per attrarre le migliori competenze, soprattutto nel mondo giovanile, lo shipping italiano si è dotato sia occasioni proprie di “work in progress on the job”, e sia con protocolli d’intesa a “progetti on the job” con quei pochi centri di addestramento professionale marittimo che contano e che vantano anni d’esperienza nel settore.
Una sfida combattuta dalle imprese italiane, a livello globale, e con la certezza che l’investimento sulla formazione continua consentirà in futuro un salto di qualità a figure professionali che comprenderanno anche professionalità tecniche e manageriali.
Abele Carruezzo
Foto: Simone Rella