“Dall’incontro di oggi è emersa la consapevolezza da parte dell’Ue dei problemi riguardanti Fincantieri in Italia, e la volontà di elaborare una strategia di rilancio per il settore della cantieristica navale, in sofferenza in tutta Europa”.
Lo ha dichiarato il segretario confederale dell’Ugl, Cristina Ricci, al termine del workshop sui problemi dell’accesso al credito nella cantieristica navale che si è tenuto oggi presso gli uffici della Commissione europea. “Riteniamo indispensabile legare l’accesso ad eventuali finanziamenti al mantenimento dei livelli occupazionali nel comparto.
Invieremo una nota al vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani – conclude Ricci – per ribadire che è importante, ad ogni livello, tenere conto dei riflessi sociali paralleli alla crisi del settore” Ma servono anche banche locali per garantire il 30% di finanziamento per una nuova commessa per lo stabilimento Fincantieri di Ancona. Il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca durante una seduta aperta e straordinaria dell’Assemblea legislativa regionale sul sito (circa 580 dipendenti, di cui ad oggi 408 in cassa integrazione), dopo un colloquio telefonico con l’ad Giuseppe Bono.
Il 70% della garanzia dovrebbe essere coperto da istituti di credito nazionali (Banca intesa e UniCredit). Il governatore ha già contattato Banca Marche e Banca Popolare di Ancona ed è fiducioso di avere risposte positive a breve. Ma i sindacati e i lavoratori, presenti oggi in aula (circa 200 persone, con bandiere, striscioni e figli piccoli), chiedono di più: in particolare una cabina di regia con le istituzioni locali Regione, Provincia e Comune e anche quelle religiose.
Il segretario regionale della Fiom Cgil Giuseppe Ciarrocchi infatti, vorrebbe un intervento dell’arcivescovo Edoardo Menichelli per fare pressing sulle banche. Il sito di Ancona è uno di quelli risparmiati dal piano industriale da oltre 2.500 esuberi presentato e poi ritirato da Bono dopo le proteste a Castellammare di Stabia e Sestri.
Salvatore Carruezzo