Fincantieri: accordi con l’Unione europea e finanziamenti dalle banche

“Dall’incontro di oggi è emersa la consapevolezza da parte dell’Ue dei problemi riguardanti in Italia, e la volontà di elaborare una strategia di rilancio per il settore della , in sofferenza in tutta Europa”.

Lo ha dichiarato il segretario confederale dell’Ugl, , al termine del workshop sui problemi dell’accesso al credito nella cantieristica navale che si è tenuto oggi presso gli uffici della . “Riteniamo indispensabile legare l’accesso ad eventuali finanziamenti al mantenimento dei livelli occupazionali nel comparto.

Invieremo una nota al vicepresidente della Commissione europea, – conclude Ricci – per ribadire che è importante, ad ogni livello, tenere conto dei riflessi sociali paralleli alla crisi del settore” Ma servono anche banche locali per garantire il 30% di finanziamento per una nuova commessa per lo stabilimento Fincantieri di Ancona. Il presidente della Regione Marche Gian durante una seduta aperta e straordinaria dell’Assemblea legislativa regionale sul sito (circa 580 dipendenti, di cui ad oggi 408 in cassa integrazione), dopo un colloquio telefonico con l’ad .

Il 70% della garanzia dovrebbe essere coperto da istituti di credito nazionali ( e UniCredit). Il governatore ha già contattato Banca Marche e Banca Popolare di Ancona ed è fiducioso di avere risposte positive a breve. Ma i sindacati e i lavoratori, presenti oggi in aula (circa 200 persone, con bandiere, striscioni e figli piccoli), chiedono di più: in particolare una cabina di regia con le istituzioni locali Regione, Provincia e Comune e anche quelle religiose.

Il segretario regionale della Fiom Cgil infatti, vorrebbe un intervento dell’arcivescovo Edoardo Menichelli per fare pressing sulle banche. Il sito di Ancona è uno di quelli risparmiati dal piano industriale da oltre 2.500 esuberi presentato e poi ritirato da Bono dopo le proteste a di Stabia e Sestri.

Salvatore Carruezzo