Fincantieri annuncia 2500 licenziamenti e scoppia la rivolta

Il si augura sulla vicenda “di poter definire un piano industriale che salvaguardi i siti produttivi e minimizzi gli esuberi”. Così il ministro del Lavoro, , ha risposto alla giornata di tafferugli, proteste e sul piano industriale della Fincantieri che prevede 2500 esuberi e la chiusura dei due stabilimenti. Secondo Sacconi non esiste un piano che preveda una tale quantità di uscite. “C’è la volontà – ha detto – di mettere in campo un piano che salvaguardi le competenze e le capacità produttive”.

Intanto ai di domattina si terrà un’assemblea dei lavoratori, assieme a Fiom, Fim e , per stabilire le azioni da intraprendere dopo la presentazione del piano di tagli da parte di Fincantieri. «È un’idea nefasta e inaccettabile” così l’ha etichettata il segretario della Camera del lavoro Maurizio Calà, al quale hanno fatto eco tutte le rappresentanze sindacali coinvolti. “In questo modo – continua Calà – Fincantieri perderà una delle tre grandi missioni del cantiere: il settore delle , che occupa non solo i 500 lavoratori diretti ma anche quelli dell’indotto, come i 2000 che hanno lavorato per lo Scarabeo, l’ultima nave che è stata realizzata al porto. Perdere il settore delle costruzioni  e mantenere solo le riparazioni e le trasformazioni navali porterebbe il Cantiere navale di Palermo, nel tempo, a una chiusura totale o parziale”.

Non si può uccidere così la cantieristica ligure, non si può chiudere così un pezzo della storia della marineria italiana. La voce compatta arriva anche dalla Liguria, che si è mobilitata oggi, pagando anche il prezzo di tafferugli tra forze dell’ordine e lavoratori, per dire no al piano di Fincantieri che chiude lo stabilimento di Sestri Ponente e ridimensiona quello di . Per il secondo giorno si sono schierate tutte le istituzioni. La Regione ha sospeso il Consiglio per raggiungere il prefetto con quasi tutta la giunta al seguito del presidente Burlando, il Comune ha riunito i capigruppo in piazza con i lavoratori e minaccia lo sciopero generale, la Provincia ha detto un no senza diritto di replica. Tutti al fianco di sindacati e lavoratori, che hanno sfilato per la città e assediato la prefettura. Dopo ore di tensione, culminate in tafferugli con le forze dell’ordine con una dozzina di feriti leggeri tra le due parti, è arrivata la convocazione di un incontro con il governo il 3 giugno. Al prefetto gli operai chiedevano di occupare simbolicamente il cortile. Per domani è stato convocato un vertice in Regione con istituzioni, parlamentari, sindacati e lavoratori.

Salvatore Carruezzo