La Grecia intraprende la sua spedizione inaugurale in Antartide

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(Foto courtesy )

Questo autunno, la Grecia parteciperà per la prima volta in assoluto a una missione in Antartide

Sono iniziati i preparativi per le missioni di ricerca dei progetti polari della campagna

Atene. Nella regione antartica, le attività sul campo dei progetti saranno svolte durante l’estate australe, richiedendo una preparazione preliminare molto rigorosa. Uno dei requisiti essenziali è la certificazione delle attività in conformità con il Trattato sull’Antartide e il Protocollo del Trattato sull’Antartide per la Protezione dell’Ambiente (Protocollo di Madrid). Le attività del progetto sono sottoposte alla Valutazione preliminare dell’Impatto Ambientale (VIA), effettuata dall’Agenzia Portoghese per l’Ambiente (APA).

La spedizione che si propone la Grecia è un viaggio di studio congiunto al Polo Sud con ricercatori bulgari, ed è stata finalizzata la scorsa settimana durante una conferenza polare internazionale tenutasi nella località turistica bulgara di Aheloy. I ricercatori saranno a bordo della nave da ricerca militare bulgara San Cirillo e Metodio.
“Questo è un grande passo per noi perché è il primo che la Grecia invierà i suoi scienziati”, ha detto Simeon Konstantinidis, presidente dell’ONG Hellenic Polar Zones Society.

Konstantinidis ha partecipato alla conferenza in Bulgaria, che si è tenuta sotto l’egida dei programmi dell’UE EUPolarNet-2 e POLARIN.
Konstantinidis ha anche aggiunto che la sua organizzazione sta anche progettando di costruire una stazione meteorologica in Antartide, possibilmente a partire dal prossimo anno.

Nel frattempo, i 27 paesi membri che formano la Commissione per la Conservazione delle Risorse Marine Viventi dell’Antartide (CCAMLR) sono stati impegnati in una riunione annuale la scorsa settimana a Hobart, in Australia. Le aspettative sono state alte, con i membri che dovrebbero approvare le quattro aree marine protette (AMP) proposte nell’Oceano Antartico. I tentativi precedenti sono falliti, lasciando il fragile ecosistema esposto a fattori di stress ambientale legati all’uomo, come la caccia alle balene e la pesca eccessiva.

Tuttavia, sono stati compiuti progressi in occasione di un simposio di luglio in Corea del Sud, in cui i membri della CCAMLR hanno portato avanti gli sforzi per sviluppare un’area marina protetta (AMP) lungo la penisola antartica occidentale. Questa è stata la prima volta dopo anni che tutti i membri della CCAMLR hanno mostrato la volontà di adottare ulteriori protezioni in Antartide.
La CCAMLR opera attraverso il consenso, il che significa che le decisioni devono essere prese all’unanimità. Dal 2016, Cina e Russia si sono opposte ai piani per lo sviluppo di nuove aree AMP antartiche, nonostante la maggioranza dei membri lo sostenga.
Resta da vedere se la CCAMLR raggiungerà un consenso sulle quattro aree AMP proposte quest’anno. Questi includono l’AMP Fase 1 del Mare di Weddell, l’AMP dell’Antartide orientale, l’AMP della Penisola Antartica e l’AMP della Fase 2 del Mare di Weddell. Lungo l’attuale AMP della regione del Mare di Ross, le quattro aree proposte proteggerebbero il 26% del Mare del Sud e quasi il 3% dell’oceano globale.

Intanto, la penisola antartica sta cambiando volto: il bianco del ghiaccio sta lentamente lasciando spazio al verde del muschio. La ricerca, condotta dalle Università di Exeter e Hertfordshire, insieme al British Antarctic Survey, e pubblicata su Nature Geoscience, ha utilizzato dati satellitari per misurare l’espansione della vegetazione negli ultimi 35 anni. Dal 1986, l’area verde sulla penisola antartica è aumentata di oltre 10 volte. Questo fenomeno di “greening” ha subito una forte accelerazione negli ultimi anni, con una crescita superiore al 30% tra il 2016 e il 2021 rispetto al periodo precedente.

La crescita vegetale in aree precedentemente dominate da ghiaccio e neve può influenzare il bilancio energetico della regione. Le superfici vegetali tendono ad avere un’albedo (il potere riflettente di una superficie) più bassa rispetto a quelle ghiacciate, assorbendo più calore dai raggi del sole e contribuendo all’aumento della temperatura. Questo fenomeno può innescare feedback positivi, accelerando il processo di scongelamento e di trasformazione dell’ambiente della penisola.

Gli scienziati avvertono dell’urgenza di ulteriori ricerche per comprendere i meccanismi climatici e ambientali che stanno guidando questo cambiamento cromatico.

L’Unione europea deve ancora comunicare le sue idee strategiche per l’Antartide. A differenza dell’impegno dell’UE nei confronti della regione artica, che è riconosciuto come coerente e sostanziale, la regione polare meridionale è meglio descritta come un’area di interesse emergente. L’UE dovrà sviluppare una solida comprensione della situazione geopolitica in Antartide. Ci sono prove crescenti che le parti associate al Sistema del Trattato Antartico (Francia in testa) stanno lottando per ottenere il consenso su una serie di questioni, tra cui la conservazione degli oceani, le misure di protezione ambientale e la gestione delle rivalità geostrategiche.

L’Italia è presente in Antartide dal 1985, con un programma nazionale, il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, proposto dalla Commissione Scientifica Nazionale per l’Antartide, CSNA, e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

Nell’ambito del PNRA, l’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, è l’Ente incaricato di coordinare le attività logistiche, attività che svolge attraverso una sua Unità Tecnica, l’Unità Tecnica Antartide. Il coordinamento delle attività scientifiche è invece affidato al CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Anche il Ministero della Difesa contribuisce alla realizzazione del Programma, garantendo la partecipazione alle campagne di personale logistico delle Forze Armate italiane.
Ogni anno sono circa 300 i ricercatori italiani, selezionati tra quelli del CNR, ENEA, Università ed Enti Pubblici italiani, che svolgono a tempo pieno attività di ricerca nell’ambito del programma antartico, e, ogni anno, partono per l’Antartide circa 200 persone tra tecnici e ricercatori.

paesaggio

(Foto courtesy Prof Dan Charman of University of Exeter)

Le Stazioni italiane in Antartide

(Le Stazioni italiane in Antartide; foto courtesy National Geographic Italia)