(Foto courtesy OSM Thome)
Manager come si assicureranno di avere abbastanza personale qualificato negli anni a venire?
Amburgo. Stiamo vivendo un periodo storico importante dell’Umanità, con sfide e opportunità senza precedenti, e che si stanno intrecciando in una ‘rivoluzione del mare’. Rivoluzione del mare che incide sui tre pilastri dell’Economia Marittima: la nave, il marittimo e il porto. Le navi di oggi impongono la presenza a bordo di professionisti altamente qualificati, in grado di governare le navi in qualsiasi condizione.
Il tema del reclutamento degli equipaggi è attualissimo di questo periodo e molti sono convinti che si rischia di non avere abbastanza lavoratori adeguatamente qualificati in mare in futuro. L’ultimo sondaggio condotto da Danica Crewing Specialists, fornitore internazionale di servizi di reclutamento e equipaggio marittimo con soluzioni di alta qualità agli armatori più esigenti, suggerisce che il mercato del lavoro degli equipaggi si è inclinato a favore dei marittimi.
“La causa principale degli aumenti salariali odierni è la combinazione di una carenza generale di marittimi molto competenti e di una migliore situazione finanziaria per la maggior parte degli armatori”, afferma Henrik Jensen, CEO di Danica Crewing Specialists. “E, con un surplus di offerte di lavoro, i marittimi possono permettersi di essere schizzinosi”.
La carenza di marittimi è più evidente in alcuni ranghi, secondo Danica. L’indagine ha identificato bosun (nostromi), cuochi e montatori come molto richiesti.
Il sistema del trasporto marittimo non potrà più ingaggiare equipaggi dai paesi meno sviluppati semplicemente perché rappresentano un’alternativa più economica e il terreno di reclutamento più fertile; oggi, specialmente in questa fase di transizione energetica, digitale e ambientale, l’attenzione deve spostarsi, verso equipaggi preparati provenienti da tutto il mondo; garantire una migliore posizione di lavoro, una carriera, un’esperienza, le gratificazioni e la varietà di una vita in mare e successivamente di una carriera marittima a terra.
Oggi sta emergendo un potenziale significativo in Africa (anche se manca di infrastrutture educative), come paese che sta garantendo una fonte di marittimi da imbarcare su navi; persone provenienti da Ghana, Camerun, Gambia, Nigeria ed Egitto, spesso stanno occupando posizioni a bordo di navi, senza dimenticare le aree più promettenti per trovare la prossima generazione di equipaggi dal sud-est asiatico, dal Vietnam, Indonesia e Cambogia.
Sicuramente, i mercati di origine tradizionali continueranno a essere la spina dorsale, ma molte compagnie di navigazione riconoscono l’importanza di essere aperte ai mercati emergenti che contribuiscono alla diversità e alla garanzia della qualità del pool di equipaggi; senza considerare che la ‘povertà’ non è più il fattore di reclutamento più significativo e in molti paesi occidentali di mare non ci si imbarca più per una ‘scalata’ sociale. Questi ultimi paesi sono ancora importanti per garantire equipaggi di rango superiore, anche se molte Accademie marittime fanno fatica a reperire studenti.
OSM Thome, l’azienda leader nella gestione delle navi, nella gestione dell’equipaggio e nella fornitura di servizi marittimi, guarda con attenzione al Sud-Est asiatico, alll’Africa e al Sud America. “Questa direzione strategica non solo amplia i nostri orizzonti di reclutamento, ma è anche in linea con il nostro impegno per la diversità e l’adattabilità nel soddisfare le esigenze in evoluzione dell’industria marittima”, afferma il Chief Operating Officer della compagnia, Olav Nortun.
Il rovescio della medaglia.
Il sistema del trasporto marittimo deve impegnarsi di più per attirare marittimni dai paesi tradizionali, considerando che le ‘competenze’ non vengono garantite da agenzie di manning o da crew-agent, ma da una strategia culturale del sapere delle conoscenze che parte dall’istruzione tecnica nautica neo-moderna, per giungere ad una formazione mirata ‘per competenze trasverali per l’orientamento’, fino ad arrivare all’alta formazione marittima in Centri di alta sopecializzazione. Invece di cercare nuove regioni di reclutamento, occorre investire di più in regioni che da secoli hanno garatito allo shipping di realizzare quote di traffico significative di merci e di persone. Senza distinzione di ‘genere’, occorre attirare più marittime donne nel settore, in quanto la promozione della diversità in mare è importante ed ha un senso dal punto di vista commerciale.
Il personale marittimo femminile rappresenta una grande risorsa potenziale e un’opportunità per portare un nuovo modo di pensare e una nuova cultura nella gestione a bordo delle navi e a terra. Con il futuro delle navi semi-autonome e completamente autonome, ciò di cui abbiamo bisogno è una combinazione di cervelli e creatività maschili e femminili.