Da oggi al 2050: tra sfide e opportunità per l’industria marittima

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Decarbonizzare il settore marittimo, l’impegno di RINA, Assarmatori e Confitarma presentato lo studio/documento ‘

Genova. La Società di Classificazione Navale RINA, in collaborazione con Assarmatori e Confitarma, ha presentato lo studio/documento “Da oggi al 2050: tra sfide e opportunità per l’industria marittima”, con l’obiettivo di descrivere la situazione attuale del settore dei trasporti marittimi, cercando le potenziali soluzioni. Il documento presenta le dovute considerazioni del Comitato italiano di RINA per la decarbonizzazione dell’industria marittima.

Il Comitato Italiano per la Decarbonizzazione del settore marittimo, nato nel marzo scorso, ha incontrato i principali stakeholder del settore impegnati nel confronto di idee, nello studio e nella promozione di nuovi metodi per raggiungere i target stabiliti dalle Nazioni Unite per l’industria dello shipping con l’IMO 2050. Il tutto per un dialogo importante con l’obiettivo di identificare opportunità immediate e potenziali in ambito tecnologico, normativo e finanziario.

La Società RINA, già nel 2021, ha avviato Comitati in Grecia, Nord Europa e Asia applicando gli stessi obiettivi per una strategia comune per lo shipping internazionale, proponendo soluzioni applicabili al fine di accelerare il processo di decarbonizzazione.

All’interno del Comitato sono stati creati dei gruppi di lavoro con focus differenti: Fuel EU Maritime & ETS (Emission Trading System); IMO EEXI, CII & Operational Profiles; Sustainable Finance and Fundings e Hydrogen and Ammonia.

Il Comitato, nel presentare i risultati lo scorso ottobre, ha identificato in un sistema normativo internazionale omogeneo e nella collaborazione dei player del comparto i principali acceleratori per la riduzione delle emissioni di CO2.

La riduzione delle emissioni di anidride carbonica, e in generale di gas serra, da parte del settore marittimo è comunque un obiettivo comune a livello internazionale, europeo e nazionale. E’ noto che ogni nave si differenzia per tipologia, potenza installata, tipo di navigazione e quindi la soluzione ottimale per la sua decarbonizzazione va considerata in funzione della combinazione di queste caratteristiche.

Sia l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) e sia l’Unione Europea stanno sviluppando una propria strategia e misure per mitigare le emissioni di gas a effetto serra (GHG) e ridurre gli effetti del riscaldamento globale. Al fine di evitare che ogni Amministrazione prenda decisioni non allineate, introducendo disparità di trattamento per le navi battenti bandiere diverse, sarebbe opportuno che le raccomandazioni approvate dall’IMO sotto forma di risoluzioni a carattere raccomandatorio, interpretazioni unificate, circolari o linee guida fossero uniformemente applicate a livello internazionale.

Il processo di decarbonizzazione delle flotte interessa due modalità di navi: – quella delle nuove navi (incluse le grandi trasformazioni che prevedano la sostituzione del o dei motori principali) per l’utilizzo dei fuel alternativi che l’industria rende disponibili; – quella della flotta esistente che non potendo usare fuel con caratteristiche molto diverse dai fuel attuali, dovrà ridurre la quantità di emissioni da fuel fossile, adottando opportuni approcci di tipo operativo, accettando un impatto sul servizio, tecniche per la riduzione dei consumi, ed eventualmente e per quanto possibile con l’impiego in aggiunta ai fuel esistenti, quote crescenti di fuel compatibili come i bio-combustibili.

Lo studio RINA evidenzia soluzioni applicabili esaminate, tra cui i biofuels, la cattura dell’anidride carbonica, l’utilizzo del metano liquido, l’energia nucleare, il cold ironing e gli interventi operativi per la riduzione dei consumi. Sul Carbon Capture and Storage – CCS, occorre dire che è attualmente l’unica tecnologia in grado di rendere i carburanti fossili compatibili con gli obiettivi di riduzione delle emissioni a breve termine e potrebbe essere una delle soluzioni di transizione.

E’ da tener presente che il processo di decarbonizzazione del settore marittimo dipende totalmente dalle infrastrutture di produzione e di distribuzione di terra, rispetto alle quali l’armamento può esercitare un’azione di stimolo, ma che dipendono da fattori/circostanze che sono in larghissima parte fuori dal controllo degli armatori; infrastrutture di produzione e di distribuzione di terra sono fortemente influenzati dall’impianto regolatorio/autorizzativo esistente, che deve essere chiaro ed omogeneo, soprattutto a livello internazionale. Non vanno infine sottovalutate le difficoltà connesse all’ ‘accettazione sociale’ di alcune soluzioni, come la realizzazione di nuovi depositi costieri di gas, di metanolo o di ammoniaca, o le difficoltà sociali sulle nuove ‘tecnologie nucleari’.

Infine, lo studio di RINA sottolinea che il trasporto internazionale via mare rappresenta oggi meno del 3% delle emissioni di carbonio antropogeniche mondiali. Al fine di raggiungere i target stabiliti dalle Nazioni Unite per il 2050 saranno necessari investimenti, non solo nell’introduzione di unità navali alimentate con combustibili alternativi, fortemente dipendenti dalla disponibilità e dalle infrastrutture per il loro trasporto, ma anche in interventi sulle navi esistenti.

Si riporta la slide del RINA riguardo ai risultati delle emissioni del settore dei trasporti marittimi.

slide del RINA