L’AdSP MTS presenta il nuovo studio sul carbon footprint

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Nel 2023 sono state prodotte nei porti del Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale 261 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica, 230.000 delle quali causate dalle navi in transito e ferme in banchina. Rispetto ai dati del 2021, anno in cui è stato realizzato lo studio per le prima volta, le emissioni sono diminuite del 7,6%. Luciano Guerrieri: “In tre anni investiti nella sostenibilità ambientale più di 100mln di euro”

Nel 2023 sono state prodotte nei porti del Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale 261 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica, 230.000 delle quali causate dalle navi in transito e ferme in banchina.

Lo rivela l’ultimo rapporto sulla carbon footprint presentato stamani dal presidente Luciano Guerrieri ai membri del Comitato di Gestione.

L’analisi, sviluppata dall’AdSP nell’ambito dell’aggiornamento del Documento di Pianificazione Energetica ed Ambientale (DEASP), edito per la prima volta nell’estate dell’anno 2021, ha come obiettivo finale quello di ricostruire un quadro unitario dello stato attuale dell’utilizzo dell’energia nei porti di competenza.

Dai dati emerge innanzitutto come le emissioni di Livorno pesino oggi circa per il 74% sul totale, quelle di Piombino per il 14,8% e quelle dell’Isola d’Elba per l’11,2%.

Rispetto ai settori di riferimento, le emissioni del traffico marittimo pesano per l’88,1% sul totale, con le attività di terra incidenti per il 9,9%. La rimanente parte è riferita al traffico terrestre e ferroviario.

Con riferimento alla tipologia di traffico, il settore passeggeri incide per il 23,9%, il settore cargo per il 69% e i servizi portuali per il 6,4%.

L’indagine per singoli porti evidenzia come nel 2023 il porto di Livorno abbia emesso di 193.000 tonnellate di anidride carbonica equivalente, di cui oltre 165.000 prodotte dalle navi in sosta e in manovra e 24.275 dalle attività di terra.

Piombino ha prodotto 38 mila tonnellate di CO2, di cui 36.135 prodotte dalle navi durante la sosta o le operazioni di manovra. I porti elbani di Portoferraio, Rio Marina, ne hanno prodotte 29,1 mila tonnellate di Co2, di cui oltre 28.000 provenienti dalle navi.

“Il nuovo studio sul carbon footprint evidenza i progressi fatti in questi anni dai nostri porti nella lotta all’inquinamento ambientale” afferma il n.1 dei porti dell’Alto Tirreno, sottolineando come rispetto ai dati del 2021 si sia registrato un calo complessivo del 7,6% delle emissioni, dovuto soprattutto al calo del 12% di quelle prodotte dal settore delle navi mercantili.

“Nonostante ci sia ancora molto lavoro da fare per giungere ad una completa decarbonizzazione del settore – premette Guerrieri, prendendo a riferimento i dati sulle emissioni di CO2 prodotte dal settore passeggeri, aumentate dell’8% rispetto al 2021 – non si può non rilevare come l’inquinamento nei porti stia progressivamente diminuendo grazie a una combinazione di normative e sviluppi nelle iniziative ambientali”.

Il presidente dell’AdSP livornese sottolinea come i risultati del 2023 siano la diretta conseguenza di alcuni contributi positivi, quali la riduzione delle emissioni nello stazionamento a banchina di parte del traffico Ro-Ro per lo scalo di navi di linea dotate di nuova tecnologia a batterie (-20% CO2eq su totale stimato RoRo rotabili e – 1,1% su totale CO2eq navi); la diffusione dell’uso di elettricità da fonti rinnovabili tra gli utenti portuali più energivori; e il sostanziale incremento del traffico ferroviario nel porto di Livorno, che sottrae flusso di traffico su gomma ancora sostanzialmente basato su combustibili fossili.

Diverse sono le iniziative di sostenibilità ambientale avviate già nel 2021 nell’ambito del DEASP e portate avanti nel corso di questi tre anni. A cominciare dall’intervento per la realizzazione di strutture di alimentazione di energia elettrica delle navi da banchina (Onshore Power Supply) nei porti di Livorno, Piombino e Portoferraio. “Tutti gli interventi sono in fase avanzata di progettazione e dovranno essere terminati entro il 2026” ammette Guerrieri, che sottolinea come per questi progetti in via di implementazione sia stata stimata una riduzione di emissioni di CO2 che nel medio termine potrebbe tradursi per i tre scali portuali in un risparmio pari al 32 (Livorno), 25 (Piombino) e 49% (Portoferraio) delle tonnellate di Co2 emesse dalle navi durante la sosta.

Tra gli altri progetti avviati dall’Ente trovano poi posto quello di relamping dell’impianto di illuminazione pubblica del Porto di Livorno e Piombino, finanziato con 673.000,00 euro, e da cui è stimata una riduzione di 186,3 tonnellate di CO2 equivalente a Livorno e di 150,7 tonnellate a Piombino.

Anche dal progetto di efficientamento energetico di Palazzo Rosciano, attuale sede dell’AdSP, attualmente in corso, è prevista una riduzione delle emissioni, stimata in 33,5 tonnellate di Co2. Mentre dal progetto di efficientamento energetico della Stazione Marittima nel Porto di Piombino, consistente nell’introduzione di una schermatura a tetto da utilizzare in gran parte per l’installazione di pellicole fotovoltaiche, è previsto un abbattimento delle emissioni pari a 180,2 tonnellate.

Guerrieri ha inoltre informato il Comitato di Gestione che è in corso la sensorizzazione, il monitoraggio e la remotizzazione delle torri faro mentre, per il capitolo green energy, l’AdSP MTS prevede di realizzare degli impianti fotovoltaici sia a Collesalvetti, in un’area di proprietà dell’AdSP, che a Piombino (sui parcheggi a servizio del porto ubicati nella zona Poggio Batteria e anche in porto, nel Molo Batteria e nel Molo Nord).

“Con il primo DEASP abbiamo raggiunto risultati importanti in termini di efficientamento energetico e riduzione delle emissioni di CO2 nei porti” è il messaggio conclusivo che il presidente dell’AdSP ha consegnato ai membri del Comitato di Gestione.

“In questi anni abbiamo investito più di cento milioni di euro sul fronte della decarbonizzazione. Siamo consapevoli però che dovremo andare ben oltre le misure già adottate se vorremo raggiungere gli ambiziosi obiettivi ambientali fissati dalle istituzioni e dagli organismi internazionali. Il percorso è dunque complesso ma siamo confidenti che potremo governarlo al meglio seguendo la rotta tracciata dal nuovo aggiornamento del documento ambientale”.