Posizione ferma dell’Autorità di Sistema Portuale. Guerrieri: “Ci assicureremo che la vocazione di TDT non venga stravolta”
Lo scalo di navi car carrier al Terminal Darsena Toscana di Grimaldi e la movimentazione di migliaia di auto nuove ha innescato preoccupazioni all’interno della comunità portuale livornese, tanto da aver spinto ieri alcune associazioni di categoria (Asamar, Cna Fita Livorno, Confetra Toscana, Confindustria Toscana Centro e Costa, Lega Coop Toscana e Spedimar) a chiedere impegni precisi per il futuro del porto.
Stamani, davanti al cluster portuale riunito nell’Organismo di Partenariato della Risorsa Mare, il presidente dell’AdSP Luciano Guerrieri ha voluto ribadire, ancora una volta, la posizione della Port Authority.
“In questi anni ci siano tutti sforzati di costruire un clima collaborativo, di sistema, cercando di fare squadra, senza con ciò trascurare l’opportunità di valorizzare le individualità presenti in porto” è stata la premessa del ragionamento sviluppato dal n.1 dello scalo labronico.
Gli esempi di attività cooperativa tra le istituzioni e gli operatori sono tanti. Guerrieri ha citato a titolo di esempio le sinergie che hanno permesso alla Cilp di operare, in via provvisoria, le navi di classe ECO del gruppo Grimaldi in radice nord dell’Alto Fondale.
In questo quadro di collaborazione, “abbiamo sviluppato con il nuovo gestore del Terminal Darsena Toscana un confronto costante e strutturato per affrontare fin da subito le priorità del porto e stabilire alcuni paletti, con l’obiettivo di traguardare target condivisibili” ha spiegato Guerrieri.
“Sebbene nessuno voglia contestare il diritto del concessionario di affiancare alla movimentazione dei container quella di attività secondarie, non c’è dubbio che TDT debba mantenere intatta la propria vocazione merceologica” ha aggiunto, chiarendo come sia opportuno e necessario garantire un programmato sviluppo del porto anche in vista della realizzazione della Darsena Europa, da lui considerata “un punto fermo nei piani di crescita dello scalo portuale”. Un’opera, quella del futuro terminal container, che “non può essere messa in discussione, per via dei benefici che questo tipo di traffico porta al territorio e alla portualità nazionale”.
Il primo inquilino di Palazzo Rosciano ha ricordato che “da Grimaldi abbiamo ricevuto più volte rassicurazioni a tal riguardo” e che “ora si tratta di passare dalle parole ai fatti”. Il nuovo Piano di Impresa che la società sta per presentare all’Autorità di Sistema Portuale sarà il filo conduttore lungo il quale articolare i termini della collaborazione tra l’Ente portuale e la società terminalistica: “Ci aspettiamo che nel documento vengano presi impegni tangibili, concreti, in direzione non soltanto della conservazione della vocazione primaria del Terminal, ma che vengano promossi piani di sviluppo orientati a favorire una reale crescita dei traffici containerizzati”.
Pugno di ferro in guanto di velluto: “Siamo tutti consapevoli della particolare situazione geopolitica, di come questa stia impattando anche sui porti nazionali. Ed è ragionevole ipotizzare che in ragione di una diminuzione del traffico container, alcuni spazi a disposizione del Terminal Darsena Toscana vengano messi a frutto in altro modo, magari prevedendo la possibilità di ospitare, in questa fase, le auto nuove” ha affermato Guerrieri.
Nulla quaestio: “Il traffico Ro/RO è uno dei core business del porto di Livorno e abbiamo tutto l’interesse ad assicuraci che cresca e si sviluppi”. E’ però auspicabile, anzi necessario, “che la politica del terminal si rivolga a traffici aggiuntivi e non all’acquisizione di traffici già operati da altri soggetti, perché solo in questo modo possono svilupparsi opportunità di crescita reali per tutto il porto”.
In conclusione, il n.1 del porto di Livorno rimane convinto “che i problemi nello scalo portuale vadano affrontati con una giusta dose di flessibilità”. Ma il tema di fondo è che “questa flessibilità non deve tradursi in un’assenza di regole”.
Per Guerrieri si tratta di una verità assiomatica che trova il proprio fondamento negli strumenti di regolazione dell’Ente portuale: “Abbiamo sollecitato ala società il nuovo Piano di Impresa. Lo aspettiamo e, statene certi, sarà nostra preoccupazione verificare che sia pienamente coerente con le prescrizioni regolatorie definite nel Piano Regolatore Portuale e nel Piano Operativo Triennale, di cui è ormai prossimo l’aggiornamento”.
Lo stesso concetto è stato ribadito da Guerrieri nel corso di una riunione con una delegazione di lavoratori portuali, riunitisi sotto Palazzo Rosciano per manifestare i propri timori per le conseguenze che il “trasloco” al Terminal Darsena Toscana del traffico della Uecc potrebbe avere sugli equilibri del porto.
“E’ importante sottolineare che i lavoratori del porto sono tutti uguali e che il lavoro trova la sua piena e legittima tutela soltanto in un quadro collaborativo e positivo di relazioni imprenditoriali e commerciali. Ci batteremo per difendere questo concetto” ha dichiarato ai lavoratori Guerrieri.