Nel porto di Barletta arriva la draga

Porto di Barletta (1)

(Porto di Barletta: commerciale, peschereccia, turistica e da diporto: le banchine operative; foto courtesy by Dip. Tecnico AdSP MAM)

Si tratta, infatti di un’opera che Barletta attende dal 1995

Barletta. La draga ‘Giuseppe Cucco’ ha appena completato le operazioni di ormeggio; una nave della ditta La Dragaggi di Venezia che sarà utilizzata per prelevare i sedimenti dai fondali posti all’imboccatura del porto di Barletta. Questa mattina i marinai della draga sono impegnati a varare le panne anti torbidità e al termine saranno avviate le operazioni di dragaggio, già da quest’oggi. Il sistema di dragaggio riesce a prelevare 700 metri cubi al giorno di sedimenti ed è dotato di sofisticati sistemi di controllo, sia in fase di dragaggio, sia in fase di sversamento a largo. Il materiale raccolto verrà caricato su un mezzo, dotato di fondo scafo apribile , e sarà successivamente immerso a largo, ad una distanza di 8 miglia nautiche dalla costa.

L’intervento di dragaggio, predisposto dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico meridionale (Adspmam), mira a riportare i fondali dell’imboccatura del porto di Barletta a – 8 metri dal livello medio mare, per il ripristino delle quote preesistenti.

“Si tratta, infatti, di un ‘dragaggio manutentivo’ – afferma il presidente Prof Ugo Patroni Griffi – volto a consentire un adeguato e ben maggiore franco di navigazione (Under Keel Clearence, ossia la profondità del fondale sotto la chiglia delle navi a pieno carico) garantendo, quindi, l’accesso sicuro in porto anche a navi con stazza di 10.000 tonnellate”.

Il Porto di Barletta si struttura in un bacino totalmente artificiale di 79 ettari, racchiuso tra due moli foranei (molo di Ponente e molo di Levante) convergenti e distanti tra loro 450 metri all’imboccatura e 1000 metri alla radice. Il porto è caratterizzato dal traffico mercantile internazionale costituito da navi tipo ‘General Cargo’ adibite al trasporto di merci solide alla rinfusa (granaglie, concime, sale, marmo, carbone etc.) e liquide (gasolio, benzina e sostanze chimiche).

Tutte le operazioni commerciali si svolgono sulle banchine del molo di Ponente mentre il molo di Levante non è operativo. Il porto di Barletta è un porto particolare, risulta quasi completamente inglobato nel tessuto urbano e le sue dimensioni modeste ne impediscono uno sviluppo dal punto di vista commerciale.

Il presidente Patroni Griffi ha sempre sposato una visione di porto al servizio della città, peraltro già tracciata nel PRP vigente, confermando la scelta di sviluppo delle attività commerciali sulla sola banchina di Levante e promuovendo, nella restante parte del porto, una maggiore integrazione con la città, attraverso la realizzazione di una darsena per la nautica da diporto nella parte più interna del porto, prossima al Castello ed al centro cittadino, sede di importanti interventi di trasformazione urbana itinere.

Fra le opere più importanti – ha sempre detto il presidente Patroni Griffi – si trova appunto l’approfondimento dei fondali. Poi sono state pianificate anche il potenziamento delle opere foranee per garantire una minore agitazione interna ed una riduzione del fenomeno di interrimento, la delocalizzazione dei depositi di carburante dalla zona Capitaneria, la realizzazione della darsena turistica, opportunamente protetta ed attrezzata per favorire la piena integrazione con la città, la valorizzazione delle aree di interazione porto/città, con particolare riferimento alle aree prossime al Castello ed al molo di levante da adibire a passeggiata ed all’accesso al trabucco già ristrutturato e valorizzato, il collegamento di ultimo miglio attraverso il lungomare Mennea. Tutte le ipotesi di intervento pianificate dall’ AdSPMAM nel porto di Barletta vengono mantenute, con soddisfazione da parte dell’Amministrazione comunale.

L’idea progettuale dell’AdSP del Mare Adriatico Meridionale sul porto di Barletta nasce dall’esigenza di dare risposta alla crescita dei settori commerciali ed industriali dei comuni del comprensorio che gravitavano attorno a detto approdo, attraverso l’adeguamento delle infrastrutture portuali. In particolare, vi era il superamento del problema della limitatezza dei fondali operativi, dell’insufficienza di banchine, di calate, di piazzali, di mezzi di sollevamento e arredamento, di ricettività per i natanti da pesca e da diporto. Altra criticità da superare è l’insabbiamento periodico dello specchio acqueo dovuto all’apporto di materiale solido proveniente dalla vicina foce dell’ Ofanto.

In particolare, da stamane, lo specchio acqueo interessato dall’intervento ha una superficie di 9.2 ettari, in cui è previsto il dragaggio di un volume di solo sedimento di circa 84.000 metri cubi.
L’importo a base d’asta dell’affidamento è di oltre 4 milioni di euro.
Per il presidente Patroni Griffi “si porta a segno un’altra importante sfida”.

Porto di Barletta (1)

(Porto di Barletta. Piano Regolatore Portuale vigente; Dip. Tecnico Adspmam)