(Foto courtesy by AdSPMTS Livorno)
La Regione Toscana respinge le valutazioni ambientalistiche del Comune di Pisa
Livorno. Il porto di Livorno persegue un grande progetto di ampliamento verso il mare: la Piattaforma Europa. Pensata e progettata per accogliere grandi navi, offrirà 3 km di banchine, 2 grandi terminal e 2 mln di metri quadrati di nuove aree. Il Commissario alla realizzazione della Piattaforma Europa di Livorno, Luciano Guerrieri, può ora sperare di ottenere un positivo (e decisivo) parere di Valutazione di impatto ambientale.
Il progetto
Dalla relazione dell’AdSP del Mar Tirreno settentrionale si legge: “Il progetto prevede, nella prima fase, la realizzazione delle opere pubbliche: verrà costruita una diga foranea esterna di 4,6 km, composta dal nuovo molo di sopraflutto (Diga Nord) e la nuova Diga della Meloria in sottoflutto (mentre quella vecchia verrà demolita). Verranno inoltre realizzate dighe interne per 2,3 km, a delimitare le nuove vasche di colmata (100 ettari) che si andranno ad aggiungere a quelle già esistenti (da 70 ettari) e già oggetto di un progetto di consolidamento”.
Fra imbasamenti e approfondimenti “verranno dragati 15,7 milioni di metri cubi di sedimenti, che verranno escavati per portare i fondali all’ingresso del canale di accesso della Darsena a -20 metri e a -17/-16 metri negli specchi acquei (predisposti per raggiungere i -20). Il materiale da escavo verrà riversato nelle nuove casse di colmata, che andranno a diventare, nella una seconda fase del progetto, il futuro terminal ro-ro. Durante il completamento delle opere pubbliche saranno avviate le procedure di assegnazione per la realizzazione e gestione del terminal container, che avrà una banchina di 1,2 km e tutte le dotazioni necessarie per ospitare le navi di ultima generazione”.
Sul sito del MASE
Il Ministero non ha ancora provveduto alla pubblicazione del parere positivo sul progetto, ma sono state pubblicate le indicazioni raccolte sul finire di novembre dalla Regione Toscana presso le proprie direzioni e gli altri Enti del territorio interessati, che di norma costituiscono il materiale di riferimento per il lavoro della Commissione di Via.
I rilievi effettuati sulla documentazione integrativa – molti – prodotta nei mesi scorsi dal proponente – il Commissario straordinario all’opera Luciano Guerrieri, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale di Livorno – nonché dall’appaltatore cioè la cordata costituita da Società Italiana Dragaggi/Fincantieri Infrastructure Opere Marittime/Sales/Fincosit, non costituiscono condizioni ostative.
I rilievi critici rilevati dalla Regione Toscana e da altri Enti territoriali – 28 in tutto – riguardano le praterie di posidonia, le caratterizzazioni, il sabbiodotto, le emissioni, e poi l’Arpat conferma che “le perplessità espresse circa un’erronea valutazione degli effetti negativi dell’ampliamento del Porto di Livorno attraverso la realizzazione della Piattaforma Europa: non si può concordare con la conclusione che ‘le opere in progetto sia durante la fase di cantiere e sia di esercizio non determinano un incremento degli attuali fattori perturbativi’ per la prateria di Posidonia”.
Considerazioni
Le osservazioni si risolvono in una serie di indicazioni e richieste di approfondimenti analitici e limature progettuali, cui la struttura commissariale ha già predisposto le risoluzioni anche con l’affidamento del servizio di valutazione della qualità delle acque del bacino portuale e zone circostanti ‘corpo idrico portuale’.
Ingorgo burocratico
L’ingorgo burocratico è stato realizzato proprio dalla Regione Toscana e dal Comune di Pisa.
Il Comune di Pisa, preoccupato per gli effetti dell’opera sul proprio litorale: “In quanto le controdeduzioni non rispondono alle richieste espresse da questa Amministrazione (il proponente dichiara che gran parte degli interventi proposti dalla scrivente Amministrazione, quali opere di compensazione/mitigazione degli impatti negativi derivanti dalla attuazione/realizzazione delle opere, risultano non fattibili o di competenza di altri soggetti) si ritiene di esprimere un contributo sfavorevole”. Nell’inviare al Mase il materiale, tuttavia, la Regione sottolinea come il parere del Comune di Pisa “non risulti motivato e supportato da adeguate valutazioni”.
Come si nota, siamo sempre di fronte ad una Commissione Via Vas che rileva un ampio uso delle condizionalità ambientali da parte di Enti; praterie di posidonia, attenzione sull’efficientamento dell’illuminazione, specie notturna, monitoraggi faunistici richiesti dalla Reìgione Toscana, dal Parco Regionbale Migliarino San Rossore Maqssaciuccoli e vari pareri dell’Autorità di Bacino distrettuale e del Ministero della Cultura, a fronte di un’opera attesa dal cluster economico-portuale da decenni.
Un porto potrà mai essere un ‘giardino’ per coltivare posidonia e/o un archivio di reperti storici per turisti virtuali? Oppure un sito industriale/logistico in evoluzione che possa competere a portare navi per dislocare flussi merceologici secondo un piano di sviluppo sostenibile?