Parte oggi, in via sperimentale, la distribuzione del decalogo rivolto agli operatori e ai fruitori degli scali
Inizia dallo scalo di Olbia la sperimentazione del primo decalogo per l’utilizzo delle aree portuali da parte di operatori e cittadini.
Da questa mattina, dopo la presentazione dell’iniziativa ai rappresentanti delle imprese portuali riuniti nell’ultima riunione annuale della Commissione Consultiva, la Direzione Occupazione e Impresa ha avviato la distribuzione di una piccola brochure informativa tra gli addetti ai lavori, e non solo, che quotidianamente operano nelle aree di competenza dell’AdSP.
Obiettivo principale, far conoscere disposizioni ed effetti, soprattutto sanzionatori, dell’ordinanza congiunta con la Capitaneria di Porto del 6 luglio scorso.
Provvedimento che, oltre a definire la netta separazione tra aree operative e di viabilità ordinaria del porto di Olbia, detta una serie di regole di comportamento per i fruitori, tutte dettagliatamente riportate nella cartellonistica posizionata nei principali punti di delimitazione dell’Isola Bianca e di Cocciani.
Si parte dal semplice divieto di accesso alle aree operative da parte dei non addetti ai lavori, in particolare per i cittadini che sono soliti svolgere attività ricreative (come passeggiare, giocare, pernottare con camper o roulotte, transitare in bicicletta, fare jogging o pescare) nei piazzali di sosta e movimentazione dei mezzi pesanti; per proseguire con tutte le disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro (utilizzo di indumenti ad alta visibilità e dispositivi antinfortunistici), la regolamentazione della sosta dei veicoli commerciali e delle operazioni di preimbarco, fino ai limiti di velocità che, nelle aree di lavoro, viene fissata a 20 km orari.
Relativamente alle aree pubbliche, invece, il regolamento allegato all’ordinanza vieta l’utilizzo di veicoli non a motore in tutta l’area portuale dell’Isola Bianca, ad eccezione del tratto delimitato dalla pista ciclabile del Viale della Capitaneria. Così come separa le zone libere di parcheggio da quelle dedicate ai dipendenti degli Enti e agli operatori portuali (delimitati in giallo con sosta consentita solo previa esposizione di apposito tagliando rilasciato dall’AdSP). Per quanto riguarda la velocità massima consentita, il limite rimane invariato, ossia 30 chilometri orari.
Come ben evidenziato nel decalogo dell’AdSP, il mancato rispetto di queste semplici norme può essere sanzionato con la sospensione o la revoca dell’autorizzazione a lavorare in porto; sanzioni amministrative ai sensi del Codice della navigazione da 1.032 a 6.197 euro che, in caso di mancato rispetto delle norme di sicurezza, possono diventare penali.
“Partiamo da Olbia con un nuovo esperimento di comunicazione sulle principali buone pratiche per vivere quotidianamente le aree portuali, sia dal punto di vista operativo che di svago – spiega Massimo Deiana, Presidente dell’AdSP del Mare di Sardegna – Quello in fase di distribuzione è un piccolo decalogo a costo zero che accompagna la cartellonistica presente in porto e le prescrizioni dell’ordinanza congiunta del 6 luglio scorso. Il nostro semplice obiettivo è quello di responsabilizzare maggiormente gli operatori portuali sull’utilizzo di dispositivi di sicurezza e sui codici di comportamento da adottare nelle fasi di manovra dei mezzi pesanti e di movimentazione delle merci. Ma anche un memorandum per tutti i cittadini che, in maniera azzardata, troppo spesso utilizzano le aree operative per attività di svago come la corsa o le passeggiate, inconsapevoli degli innumerevoli rischi a cui vanno incontro”.