VENEZIA – Si è riunito il 27 luglio il Comitato di Gestione, organo direttivo dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, presieduto dal presidente dell’AdSP Pino Musolino e composto da Fabrizio Giri in rappresentanza della Città Metropolitana, Maria Rosaria Campitelli in rappresentanza della Regione Veneto, e dal comandante della Capitaneria di Porto di Venezia l’Ammiraglio Piero Pellizzari. La proficua collaborazione tra i soggetti coinvolti ha permesso l’adozione del programma triennale dei lavori pubblici 2019-2021 che interesseranno il Porto di Venezia e il Porto di Chioggia con uno stanziamento complessivo di oltre 118 mln di euro, di cui oltre 19 mln inseriti nell’elenco annuale per il 2019, che si sommano ai 215 mln degli interventi già avviati.
Il piano prevede rilevanti investimenti per il miglioramento dell’accessibilità marittima nei porti di Venezia e Chioggia (c.a. 35 milioni di euro). In particolare, nel Porto di Venezia, sono previsti importanti lavori di manutenzione e di ripristino delle opere di marginamento delle casse di colmata lungo il canale Malamocco-Marghera con un costo complessivo di 23,5 mln di euro. L’opera permetterà il miglioramento ambientale, la riduzione dell’interramento del canale, limitando la necessità di interventi futuri a beneficio dell’operatività portuale e della spesa pubblica. 9 mln di euro saranno destinati agli escavi del canale Malamocco-Marghera, dei canali portuali interni e dei bacini di evoluzione a quota prevista dal Piano Regolatore portuale (PRP).
Nel Porto di Chioggia sono previsti escavi per un importo di 3 mln di euro. I lavori interesseranno soprattutto la zona banchine Val da Rio e il canale di accesso al Porto. Le attività comprenderanno una campagna d’indagine per la caratterizzazione dei fanghi che consisterà in 225 sondaggi con prelievo di sedimento da analizzare chimicamente.Inseriti nel piano anche numerosi interventi di recupero e valorizzazione di fabbricati. Tra questi l’intervento nell’area “ex Monopoli – Tabacchi” che prevede la sistemazione dei piazzali per un loro reimpiego a fini portuali (costo previsto 800 mila euro oltre a 1.335.000 euro già stanziati) e la conservazione architettonico-strutturale dell’edificio B “Edificio Sali e tabacchi”, come da indicazioni del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che ha inserito lo stabile all’interno del vincolo di interesse culturale. Il costo dell’intervento ammonterà a 13 mln di euro.
L’accessibilità portuale lato terra, in corso di implementazione, sarà ulteriormente potenziata con la realizzazione di un ponte ferroviario di collegamento tra la dorsale sud-ovest del Porto e lastazione di Venezia Marghera Scalo. L’intervento consentirà di ridurre i tempi di manovra ferroviaria e le interferenze con il sistema stradale con benefici in termini di capacità e sicurezza.
“Gli interventi approvati oggi e da realizzarsi nel prossimo triennio”, afferma il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale Pino Musolino, “costituiranno un’iniezione di efficienza per il Porto e per gli operatori insediati a Venezia e a Chioggia, che ne misureranno i benefici economici anche negli anni a venire. Il programma di escavi, in particolare, permetterà di migliorare l’accessibilità nautica, condizione fondamentale per aumentare l’attrattività dei nostri scali e, dunque, accrescere i traffici”.
“Gli interventi di accessibilità a Porto Marghera ci consentiranno, inoltre, di migliorare la fluidità del traffico industriale e urbano, aggiunge il presidente Musolino, mentre il restauro dei fabbricati portuali migliorerà l’operatività delle attività insediate. La valorizzazione dell’Edificio Sali e Tabacchi favorirà la diffusione di una cultura portuale-industriale veneta che deve tornare a coinvolgere e appassionare la cittadinanza perchè è parte integrante della storia della nostra Regione”.
Il Presidente Musolino lancia però un allarme: “Esiste un problema urgente di conferimento dei sedimenti dragati dal fondo dei canali: i siti normalmente utilizzati hanno ormai una capacità residua quasi nulla, occorre individuare subito nuove aree dedicate a questa attività che è continua e fondamentale per il mantenimento dell’operatività del porto”.