IL PORTO DI TRIESTE PRIMO ENTE IN ITALIA AD OTTENERE L‘ATTESTATO PAROLE O_STILI

TRIESTE – Il è la prima istituzione in Italia ad ottenere l’attestato “Parole O_Stili. Per una comunicazione responsabile” da parte di Parole O_Stili, l’Associazione nata per promuovere la condivisione dei valori espressi nel “Manifesto della comunicazione non ostile” – dieci principi di stile per arginare e combattere i linguaggi ostili in Rete – lanciato a Trieste nel febbraio 2017 e diffusosi in pochi mesi non solo in Italia, ma in tutta Europa.

Il conferimento della certificazione per la conclusione dell’intero percorso formativo si è tenuto oggi con una cerimonia ufficiale a Trieste presso la Torre del Lloyd, sede dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, a cui hanno presenziato Zeno D’Agostino, presidente dell’Authority, Rosy Russo, presidente dell’Associazione Parole O_Stili, Ernesto Belisario, avvocato, specializzato in diritto amministrativo e scienza dell’amministrazione e consigliere del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione.

L’attestazione di Ente attento ad una comunicazione responsabile è frutto del progetto di formazione intrapreso dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale con Parole O_Stili nel marzo del 2018.  Una parte del personale ha infatti lavorato con esperti qualificati e partecipato a corsi e workshop sull’importanza dell’utilizzo dei linguaggi non ostili sui social network e sul web.

Quest’attestazione diventa un nuovo punto di partenza per rafforzare e consolidare la consapevolezza che “virtuale è reale” e che l’ostilità espressa in Rete può avere conseguenze concrete e permanenti nella vita delle persone ma anche di aziende, enti e istituzioni.

Il progetto “Academy Parole O_Stili” nasce per definire e promuovere i principi di rispetto e cittadinanza che devono governare la comunicazione delle imprese e delle pubbliche amministrazioni nei social media. Il percorso formativo rivolto a collaboratori di aziende, istituzioni e enti si propone di promuovere una consapevolezza rispetto al linguaggio sui social allo scopo di attivare un cambiamento nei comportamenti comunicativi delle persone.

“Un porto non è un luogo chiuso dove attraccano navi e si movimentano container, ma è una comunità strettamente legata alla città, dove donne e uomini di luoghi e culture diverse si ritrovano per parlare un’unica lingua, quella della condivisione” – ha dichiarato Zeno D’Agostino, presidente dello scalo giuliano.  “Non deve stupire quindi che il primo porto d’Italia per tonnellaggio totale e movimentazione dei treni sia anche il primo Ente ad aderire alla missione portata avanti dall’Associazione Parole O_Stili.  Oggi la crescita e lo sviluppo di una comunità, soprattutto di una così ampia come quella portuale, non possono prescindere dagli strumenti innovativi del digitale, e saperli utilizzare con coscienza critica è imprescindibile per diventare attori e promotori di un cambiamento culturale anche per il territorio circostante.”

“Siamo molto contenti di aver iniziato il progetto dell’Academy di Parole O_Stili proprio con un’istituzione di Trieste. La città in cui il Manifesto della comunicazione non ostile è nato, poco più di un anno fa. Crediamo che le parole abbiano un grande potere: danno forma al pensiero, trasmettono conoscenza, aiutano a cooperare, costruiscono visioni. Proprio per questo è una responsabilità saperle utilizzare al meglio” – dichiara Rosy Russo, presidente dell’Associazione Parole O_Stili – “Condividere una nuova, moderna, sostenibile visione dei social media e della comunicazione è ormai azione imprescindibile per ogni figura pubblica o aziendale. Il fatto che sia una istituzione portuale a sostenerla e promuoverla è importantissimo, perché un porto ogni giorno non è impegnato a movimentare soltanto merci ma anche idee, progetti e nuovi modi di pensare e comunicare”.

“A fronte dei benefici che possono essere conseguiti attraverso l’uso dei Social Network, vi sono alcuni importanti rischi per l’azienda” – ha dichiarato Ernesto Belisario, avvocato, specializzato in diritto amministrativo e scienza dell’amministrazione e consigliere del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione – “perdita di produttività del personale, danni all’immagine aziendale provocati da un uso scorretto, contenzioso con il personale o con gli utenti a causa di contenuti inappropriati, perdita di informazioni confidenziali. Per questo motivo, sono sempre più le amministrazioni e le imprese che adottano un apposito documento denominato Social Media Policy (SMP) che ha l’obiettivo dichiarato di ridurre al minimo i rischi connessi all’utilizzo aziendale dei Social Network”.