BARI – Venerdì 4 Maggio 2018, nella sala conferenze dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Meridionale meridionale, il presidente della AdSp il prof. Ugo Patroni Griffi insieme con tutte le parti sociali, hanno sottoscritto “Il patto per la tutela e la crescita del lavoro”.
Un documento nato per individuare tutta una serie di pratiche, regole e nuovi assetti per accrescere i livelli di efficienza dei porti e dei lavoratori, migliorandone la qualità del lavoro e dei servizi nei porti.
Il Sistema portuale, che comprende i porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli, rafforzano così le loro specificità e le peculiarità in un’ottica di un progetto di crescita.
Un’intesa tra istituzioni, parti sociali, datoriali e sindacali, che rappresentano gli attori del Sistema portuale, per dare un forte segnale d’interesse, alle imprese e alla comunità, prendendo in carico la problematica della tutela del lavoro e quella dei nostri porti.
Due i punti fondamentali del piano: il primo riguarda i lavoratori delle imprese di cui agli artt. 16,17 e 18 della L84/94 si propone di essere un documento strategico di ricognizione ed analisi dei fabbisogni lavorativi in porto; il secondo è finalizzato alla formazione professionale per la riqualificazione e riconversione del personale in altre mansioni sempre in ambito portuale.
“Il patto si rivolge, non soltanto, al mondo del lavoro delle imprese portuali, ma si allarga a tutte le attività economiche del porto”, ci spiega il segretario generale dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale, Tito Vespasiani. Continua il segretario: “Se un comparto o un’impresa di un comparto va in crisi, ed altre imprese dello stesso comparto hanno un fabbisogno di personale, perchè non creare un circolo virtuoso di possibilità per far transitare personale, previa eventuale formazione, soprattutto per quest’ultima fase, l’Autorità di Sistema cercherà di dare il massimo sostegno all’interno della cosiddetta grande famiglia portuale”.
Il presidente della AdSp, il prof. Ugo Patroni Griffi interviene: “Questo documento ci serve per ragionare un futuro -Patto ZES-“. “In un ragionamento di retroportualità, di ZES, il porto si amplia e vengono attratte nell’economia della portualità anche imprese che normalmente non vi facevano parte”. “Il patto è un impegno morale a cercare di contemperare gli choc lavorativi all’interno del porto, cioè cercando di non estendere la platea della inoccupazione pensando che il porto possa essere autosufficiente internalizzando eventuali crisi”.