VENEZIA – Il Comitato di Gestione ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2017 dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, il primo dopo la riforma dell’Ente entrata in vigore lo scorso marzo.
L’anno si è chiuso con un avanzo di amministrazione di oltre 31,8 milioni di €, in aumento rispetto al valore di 28,6 milioni di € registrati nel 2016, con un saldo di cassa di oltre 68,4 milioni di € e con un utile di esercizio di oltre 12,7 milioni di €.Sul fronte della gestione corrente, il raffronto tra entrate e uscite registra un avanzo di parte corrente di oltre 26,9 milioni di €, che corrisponde al 55,03% delle entrate correnti (oltre 48,8 milioni di €). L’AdSP ha operato con attenzione sul fronte delle economie al fine di recuperare risorse per sostenere nuovi investimenti e per intervenire sull’indebitamento.
Nel corso del 2017 sono stati destinati per investimenti 55, 5 milioni di €, suddivisi tra realizzazione di opere per oltre 49,5 milioni di € ed escavo di canali per poco meno di 6 milioni di €.Ammonta a oltre 76,1 milioni di € il valore delle uscite in conto capitale, comprendendo gli investimenti in opere, escavi e vari interventi per lo sviluppo strategico del porto; gran parte delle coperture sono venute da fondi pubblici e grazie all’autofinanziamento. “A partire dal 2017 l’AdSPMAS ha lavorato a pieno ritmo per accrescere l’efficienza dell’Ente, come dimostra il margine derivato dalla gestione corrente, e per ridurre l’esposizione debitoria, anticipando l’eventuale futura crescita dei tassi d’interesse, in un momento socio-economico caratterizzato da incertezza e variabilità elevate – ha dichiarato Gianandrea Todesco, Direttore Programmazione e Finanza dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale –.
I risultati sono immediatamente visibili: sul fronte dei mutui contratti negli anni precedenti, infatti, il debito consolidato di gruppo è stato ridotto da 160 mln a 105 mln di €, con un abbattimento dell’esposizione del 31%. Tale strategia – ha aggiunto il dott. Todesco – risponde alla precisa volontà di diminuire al massimo i rischi e di liberare risorse per opere e infrastrutture che rispondano alle immediate esigenze del mercato e si completa con l’intervento sulle società partecipate, di cui si vuole rafforzare la strumentalità, ottimizzandone la gestione, in applicazione della Legge Madia”.
In termini di traffici, lo scalo portuale veneziano ha movimentato nel 2017 oltre 25 milioni di tonnellate di merci. La situazione è complessivamente stabile: il dato sintetizza la crescita del settore commerciale (+4,4%) e il calo dei settori petrolifero (-13,2% conseguente alla riconversione della raffineria Eni in bio-raffineria) e industriale (-2,1%). La composizione dei traffici risulta la seguente: 56,6% commerciale, 13,7% industriale, 30% petrolifero.
Tra gli elementi di maggiore positività si segnala una crescita del settore delle merci in colli che ha visto 410.000 tonnellate di merci movimentate in più rispetto al 2016. Il risultato riflette gli incrementi dei traffici dei Ro-Ro (+44,8% sul 2016) e dei traffici di contenitori (+1,0%). Per quanto riguarda i TEU, i traffici registrano un valore di 611.383 TEU, con una crescita dello 0,9% rispetto all’anno precedente. Si tratta del valore più alto mai registrato nel Porto di Venezia.
Crescono anche i traffici ferroviari: +2,3% in termini di carri rispetto al 2016 e +4,3% in termini di tonnellaggio, attestandosi a 91.000 carri movimentati per un totale di 2,33 milioni di tonnellate trasportate. Anche in questo caso si registra il massimo storico per numero di carri nello scalo portuale veneziano.