Federagenti: “La riforma portuale è al palo”

– Troppi ritardi stanno frenando l’attuazione della riforma della portualità. “Ci sono voluti dieci anni per farla, ora speriamo che non ne siano necessari altrettanti per renderla esecutiva e applicarla compiutamente” lancia l’allarme Gian Enzo Duci, presidente di , la federazione nazionale degli agenti raccomandatari marittimi e mediatori marittimi.

Varata sei mesi fa, la riforma resta ancora “in mezzo al guado” sottolinea Duci: con ancora sei/sette porti alla ricerca di un presidente “sembrano riemergere logiche di carattere puramente politico per posizioni che richiederebbero oggi soggetti dotati, come la riforma prevede, di professionalità ed esperienza incontestabili”.

Vale per i vertici delle Autorità portuali di sistema ma anche per i comitati di gestione “che salvo rare eccezioni propongono scelte qualitativamente discutibili”. Le categorie produttive con la riforma non fanno più parte del comitato, l’organo decisionale del porto, bensì del tavolo di partenariato, consultivo, che però secondo Duci potrebbe giocare un ruolo forse ancora più di peso per gli imprenditori.

“Ma non si è partiti con il piede giusto e lo stesso vale per il tanto enfatizzato tavolo nazionale di coordinamento delle scelte” sottolinea Duci che denuncia: “Questo tavolo, finora inesistente, del quale non si conoscono neppure i nomi dei componenti ministeriali, sta già diventando il terreno per una rissa fra categorie alla ricerca di poltrone e ruoli”.