GENOVA – L’amministrazione portuale di Genova dovrà riconsiderare la vicenda dell’accesso di tutti gli operatori ai bacini di carenaggio. Lo scrivono i giudici del Tar Liguria a seguito della sentenza che accoglie in parte il ricorso delle aziende Enrico Polipodio, Leghe Leggere Campanella, Motonautica Cuneo e Piaggio presentato contro l’Autorità portuale di Genova ed Ente Bacini, nei confronti della società Amico & co.
La battaglia legale riguarda gli atti con cui Ente Bacini srl ha assegnato l’utilizzo del bacino di carenaggio numero due del porto di Genova all’Amico & co. Il Tar ha accolto “la domanda per la dichiarazione di illegittimità della gara per le violazioni formali rilevate”. Sì anche alle domande proposte per l’annullamento delle determinazioni di Ente Bacini srl sulla situazione del consorzio non aggiudicatario, relativamente alla scarsa esperienza di taluni partecipanti alla gara ed all’impedimento delle opere di rimozione della cupola sul bacino numero due.
Respinte, invece, le domande proposte per la dichiarazione di illegittimità delle gare indette secondo le norme del Registro navigazione marittima e del regolamento bacini. Il Tar ha detto no, inoltre, alle richieste per l’annullamento di alcune determinazioni di Ente Bacini srl sulla situazione del consorzio non aggiudicatario, relativamente alla mancata presentazione delle fideiussioni, alla situazione finanziaria di alcuni dei partecipanti, ai dati di pregressa occupazione del bacino numero 2.
Il Tar sottolinea che un ruolo fondamentale per decidere il futuro dei bacini di carenaggio spetterà “all’amministrazione portuale e non più ad Ente Bacini srl, che nella prospettazione dell’Autorità Garante Concorrenza e Mercato (Agcm) dovrà esser liquidata ai sensi della legge 84 del 1994”.