BRINDISI – L’air draft (ingombro verticale) nel porto di Brindisi passa dai 45 metri sul livello medio del mare ai nuovi 48,9 come limite massimo. Detta così rappresenta un passo avanti nell’annosa diatriba dei vincoli che il porto di Brindisi subisce per le “servitù” di altre amministrazioni. Ricordando la definizione di “cono d’atterraggio” e lo stesso vale per il decollo, bisogna dire che esso rappresenta una struttura spaziale e tridimensionale per la sicurezza aerea che limita sia la mobilità interna delle navi in transito (entrata ed uscita di navi) nei tre specchi acquei come pure l’ormeggio alle banchine del porto medio.
Un tale risultato, quello dei quarantottovirgolanove metri, raggiunto ultimamente dal Comandante Mario Valente, rappresenta una buona base metodologica per ulteriori modifiche, se ben concertata e documentata e se effettivamente si vuole lo sviluppo del porto di Brindisi.
Il Comandante della Capitaneria del Porto di Brindisi, C. V. Mario Valente ha firmato la nuova ordinanza, la n.103/2015, con la quale impone i nuovi limiti di air draft delle navi in transito e all’ormeggio nel porto di Brindisi, esclusivamente per gli accosti sottostanti la proiezione del cono di atterraggio/decollo da pista 31/13. L’ultima riunione presso l’Aeroporto di Brindisi (quella del 10/11/2015), su convocazione ENAC, si è ritenuto necessario procedere ad un protocollo unico per le procedure inerenti eventuali autorizzazioni all’attraversamento delle zone portuali di Brindisi e/o ormeggio alle rispettive banchine da parte delle navi aventi un air draft superiore a quello stabilito dalle limitazioni imposte dalle mappe di vincolo aeronautico gravanti sul porto di Brindisi.
Le navi con un ingombro verticale superiore a tale limite (48,9 mt s.l.m.m.) potranno entrare/uscire/transitare (ostacolo mobile) all’interno degli specchi acquei del porto di Brindisi (porto esterno, medio ed interno) previo ottenimento del necessario nulla-osta all’ingresso/transito dal parte del competente ENAC. Lo stesso dicasi per l’ormeggio; mentre lo specchio acqueo che si estende tra l’ ex idroscalo e la zona Caprarella è interdetto alla navigazione.
Le considerazioni su una infrastruttura naturale, quella del porto di Brindisi, che non riesce a facilitare la mobilità delle persone, merci e/o cose sono superflue se non si riesce a comprendere che navi, persone, merci e/o cose si sono evolute; non siamo più ai tempi dei Romani, a Napoleone, alle Ferrovie di una volta (forse), con una integrazione territoriale e sociale che mira a competere vantaggiosamente con altri, appartenenti ad un sistema pugliese, in un mondo globalizzato. Una “infra-struttura” è una struttura che rende possibile lo svolgersi di una funzione, cioè la realizzazione del trasporto marittimo.
Porto ed aeroporto dovranno coesistere, superando le criticità di ognuno ed i rappresentanti dei due enti dovranno trovare le risoluzioni, oggi non più sopportabili e sostenibili.
Abele Carruezzo