VENEZIA – Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e il presidente dell’Autorità portuale, Paolo Costa, hanno presentato il progetto Tresse nuovo, una nuova via navigabile che, con un raccordo di 2,2 chilometri (di cui 1,2 chilometri di nuovo canale), che servirà, a detta dei promotori, a far uscire le navi dal bacino di San Marco, salvaguardando nel contempo l’eccellenza crocieristica dello scalo veneziano e senza interferire con i traffici di Porto Marghera.
Sul piano tecnico, percorrendo il canale Malamocco-Marghera, attualmente utilizzato dai traffici commerciali, il nuovo raccordo permetterà di connettersi al canale Vittorio Emanuele e, di qui, di raggiungere la Marittima in circa un’ora. Il progetto, che ha ottenuto la dichiarazione di interesse pubblico di Apv e sarà ora presentato a Regione e Ministero delle Infrastrutture, prevede un intervento della durata di 20 mesi, per 114 milioni di costo (più 25 di attività accessorie), compreso lo spostamento dei sottoservizi.
I circa 2,7 milioni di metri cubi di fanghi verranno destinati per il refluimento in barena, nel caso dei 1,8 milioni di fanghi in classe A (quelli meno inquinati), mentre gli 870.000 metri cubi in classe B e C verranno conferiti nella stessa isola delle Tresse (dove sarà scavato il nuovo canale) e i 40.000 di classe oltre C (i più inquinati) serviranno come base per la realizzazione di un parco nel vallone Moranzani, così come avvenuto con il parco di San Giuliano, sul fronte della terraferma mestrina che si affaccia in laguna. Per Costa, il progetto ‘Tresse nuovo’ “è l’unico progetto che ha in mano attualmente il Ministero”.
“Il progetto Contorta – ha spiegato – è bloccato da una sentenza del Tar, contro la quale abbiamo presentato ricorso al Consiglio di Stato, mentre gli altri progetti giuridicamente non esistono, perché non hanno la dichiarazione di interesse pubblico da parte dell’autorità competente, che siamo noi. Il progetto presentato da Duferco, poi, va contro la sicurezza della navigazione, la sicurezza contro il terrorismo e tecnicamente rende macchinoso l’uso della portualità, stravolgendo le caratteristiche di un porto di partenza e arrivo quale Venezia è”.
“Abbiamo accettato – ha illustrato Costa – la proposta di Brugnaro perché il progetto, ipotesi che nasce dalla comparazione tecnica tra le quattro proposte astrattamente ipotizzabili, raggiunge i quattro obiettivi fondamentali fissati quattro anni fa: toglie le navi da San Marco, salvaguarda la crocieristica e il porto commerciale e ha un impatto ridotto al minimo. Rispetto al Contorta, non consegue solo l’obiettivo non essenziale, anche se per me importante, del recupero morfologico della laguna centrale, contrastando la perdita di sedimenti.
Auspichiamo adesso che, dopo che la Capitaneria di porto ha emesso il necessario provvedimento, anche la Regione manifesti il suo interesse, perché abbiamo imparato che i progetti fanno poca strada senza il coinvolgimento di tutti gli enti”.