PALERMO – Il presidente del Consorzio del Porto di Palermo, Andrea de Martino, ha firmato una Lettera aperta del Nuovo Consorzio del Porto inviata a tutti i Parlamentari Europei, Nazionali e Regionali eletti nel territorio e per conoscenza a più di 100 Associazioni no profit ed Imprese commerciali, industriali e turistiche della provincia di Trapani per chiedere un intervento forte e determinato da parte dei rappresentanti istituzionali dopo le gravi affermazioni del presidente dell’AP di Palermo Vincenzo Cannatella.
“Pregiatissimi Parlamentari e Sindaci del nostro territorio,
Vi invio, in allegato, la pagina di Palermo del quotidiano La Sicilia del 23.01.2015, contenente l’intervista al Presidente dell’Autorità Portuale di Palermo Vincenzo Cannatella.
Il “Numero Uno” dell’Ente rivela, in anticipo, le decisioni sulla riforma dei porti, prese dal Comitato per la Portualità e la Logistica, formato dai 15 Saggi nominati dal Ministro Lupi, e che saranno inserite in un DDL che il governo Renzi presenterà alle Camere.Essenzialmente Cannatella asserisce che la riforma conterrà l’accorpamento del Porto di Trapani con l’Authority di Palermo e che il ruolo che “Egli” intenderà assegnare allo scalo trapanese sarà solo quello di “un approdo strategico per il traffico merci con container”.
In pratica il Presidente dell’Autorità Portuale di Palermo ha già deciso, ex ante e al posto del Parlamento Italiano, il futuro del Porto di Trapani.Le affermazioni sono molto gravi ed oltremodo lesive nei confronti della libertà di impresa degli operatori portuali trapanesi, non solo perché Trapani è vista sempre da Palermo come una terra di conquista ( e ciò è già avvenuto alla Sovrintendenza, all’ASP, al Consorzio Universitario, all’ex Provincia ecc. ) ma anche perché, approfittando della riforma dei porti, si vuole imporre ad un altro territorio i propri progetti e le proprie idee, modificando, in questo modo, la vocazione turistica e diportistica delle attività legate al nostro Porto.
Vi chiedo, pertanto, come autorevoli Rappresentanti della nostra Comunità territoriale, un intervento, forte e determinato, nelle competenti Sedi Istituzionali, non solo per rimettere ragionevolmente nei giusti binari la questione della riforma dei porti, ma anche per sottolineare e ribadire il legittimo riconoscimento dell’autodeterminazione della popolazione trapanese”.