BRINDISI – Da sempre un sinistro marittimo mette in crisi le certezze di un equipaggio di una nave che dovrà operare in campo per fronteggiarlo. L’incendio a bordo di una nave è il sinistro più grave che un team navigante possa incontrare e di difficile risoluzione; sempre!
Pur considerando le tecnologie e materiali innovativi per la costruzione di navi, i migliori e sofisticati impianti di rivelazione ed estinzione incendio, di fronte a tale sinistro l’uomo rimane di fondamentale importanza per la lotta antincendio riguardo alla prevenzione, manutenzione degli impianti e le procedure operative. Un incendio a bordo di navi è un sinistro che ha la più alta probabilità che si possa verificare, presenta la maggiore difficoltà per l’uomo ed è estremamente il più pericoloso. Ora che la “Norman Atlantic”, ancora “fumante”, è stata attraccata ad una banchina operativa (Costa Morena nord) nel porto di Brindisi, grazie alla società Fratelli Barretta ed alla professionalità degli equipaggi dei suoi rimorchiatori, si possono porre alcune riflessioni.
Se titolare dell’inchiesta penale/civile è la Procura di Bari, non si comprende perché la nave sequestrata sia stata consegnata all’Autorità Portuale di Brindisi? Alchimie giudiziarie e/o comodità operative portuali; di chi? Perché si è scelta l’unica banchina operativa? Forse per permettere lo sbarco dei tir, auto ed altro da rottamare? Perché e per quale motivo l’intera lunghezza della diga di Punta Riso non andava a genio a chi?
I magistrati della procura di Bari hanno firmato un decreto di sequestro con rogatoria internazionale che ha previsto il trasferimento del relitto del traghetto Norman Atlantic al porto di Brindisi; il provvedimento afferma in particolare che il relitto dovrà rimanere a disposizione “per ricostruire l’esatta dinamica dell’incendio e dell’evacuazione non riuscita secondo quanto doveva essere previsto”, verificando il corretto funzionamento dei dispositivi di bordo. Come si vede la motivazione del sequestro non dipende dalla posizione del relitto che poteva essere ormeggiato in qualsiasi punto del porto di Bari, sede dell’inchiesta.
Molti saranno i quesiti di questa particolare e complessa inchiesta, che ancora non è dato sapere il numero dei dispersi. Dal punto di vista nautico vi è stato un malfunzionamento dei sistemi di sicurezza. Scialuppe non ammainate che hanno provocato ritardi nella procedura di abbandono nave. Anche in questo caso, come nella Concordia, si è perso del tempo prima di lanciare S.O.S. e prima di dare l’abbandono nave; alle 04.30 di domenica 28.12.2014 l’incendio si concretizza con fiamme e calore nei garage; allarme dato come dice il comandante non è stato recepito subito dai passeggeri (che comunque non avevano avuto istruzioni prima della partenza); cosa stava avvenendo a bordo in quei momenti? Testimonianze affermano che non hanno udito allarmi e sirene; altri affermano di essere rimasti in cabina fino alle 05.30 prima di essere svegliati dal fumo e dai rumori; forse si aspettava ordini dalla società armatrice; l’unico fatto positivo è che qui il comandante è stato l’ultimo ad abbandonare la nave, mentre altri dell’equipaggio hanno lasciato la nave prima.
Ancora, poiché le fiamme hanno raggiunto, secondo le testimonianze, i ponti superiori in poco tempo, e quindi vanno verificati i focolai d’incendio nei garage, per quale motivo tutti i sistemi antincendio della nave sono andati in avaria? Forse vi è stata prima una qualche avaria in sala macchine che si è tradotta in un incendio poi, passando per gli aeratori in un circolo vizioso? Poi vi sono i dubbi sulla distribuzione del carico a bordo; 128 camion che in parte trasportavano oli, 90 auto, 2 autobus e una moto; ci riferiamo al piano di carico e se tutti i parametri della stabilità siano stati rispettati, visto che si andava ad affrontare condimeteomarine avverse ed eccezionali (vento a raffiche superiore a 50 nodi e mare grosso, forza otto/nove con onde alte).
Si spera che tutti questi quesiti trovino in fretta delle risposte per liberare tutti i superstiti da traumi severi e liberare anche il porto di Brindisi dal relitto della Norman Atlantic.
Abele Carruezzo
#NormanAtlantic #ilnautilus