VENEZIA – Oltre 12 i milioni di euro concessi dall’Unione Europea sono stati utilizzati per la realizzazione di iniziative concrete per incrementare un servizio di trasporto marittimo, regolare e affidabile tra il porto di Venezia e i porti greci.
A Venezia è stato realizzato uno dei principali investimenti nel settore portuale, il nuovo terminal traghetti di Fusina, che, insieme all’interporto progettato a Igoumenitsa, ridurrà l’inquinamento e migliorerà la logistica delle merci nel corridoio Adriatico-Ionico. Le ‘autostrade del mare‘, è stato ribadito all’evento conclusivo del Progetto Adrianos stamane, alla presenza del coordinatore europeo per le Autostrade del Mare, Brian Simpson, e del presidente di Rete Autostrade Mediterranee Spa, Antonio Cancian, sono un asset fondamentale per lo sviluppo della portualità euro-mediterranea, italiana e dell’Alto Adriatico: una portualità efficiente che potrà essere di supporto per il previsto aumento +16% della movimentazione dei beni di consumo, agroalimentare, beni industriali e materie prime nei mercati intra-europei tra oggi e il 2020 (dati Mds Transmodal).
“Concludiamo – ha dichiarato Simpson – un importante progetto che ha consentito di collegare il sud dell’Europa, l’Italia e la Grecia, un progetto che trova la sua eccellenza nella capacità di tagliare i tempi di collegamento tra i mercati e consentire a merci e persone di poter scegliere anche la via del mare, oltre alla strada, per potersi spostare agevolmente. Per il futuro guardiamo con interesse a tutta l’area del Mediterraneo, oltre che all’Adriatico, per capire come possiamo contribuire a sviluppare nuovi progetti e stimolare investimenti.
A febbraio chiuderemo la prossima call per nuovi progetti, abbiamo un budget a disposizione di 300 milioni di euro da investire per i prossimi tre anni” “L’evento di oggi – ha commentato Cancian – dimostra come la congiuntura attuale sia particolarmente favorevole allo sviluppo di progettualità ad alto valore aggiunto, in virtù del disegno delle grandi reti infrastrutturali europee e delle risorse messe in campo dall’Europa per la loro realizzazione.
Per i porti italiani la sfida è duplice: inserirsi nei corridoi multi modali europei adeguando le infrastrutture di raccordo ferro-gomma-acqua e sviluppare servizi logistici avanzati a vantaggio del tessuto produttivo del territorio”.