Con franchezza e semplicità il presidente dell’Autorità portuale di Taranto, Sergio Prete, ha spiegato il suo punto di vista in merito alla possibile riforma della legge 84 del 1994, ancora in fase di studio da parte del governo. L’ultima bozza del ministro Maurizio Lupi prevede che l’ente tarantino non subisca variazione ma prevede anche l’accorpamento tra quelli di Bari e Brindisi.
Nei giorni scorsi il presidente dell’Authority di Brindisi, Hercules Haralambides, ha manifestato l’intenzione di chiedere al governo, attraverso l’intervento della politica locale, un accorpamento con Taranto. Un’ipotesi su cui Prete mantiene una certa prudenza.
Presidente, cosa pensa dell’idea di Haralambides?
“Ho avuto modo di discutere di questa ipotesi proprio con Haralambides ma anche con altri soggetti. Tuttavia ritengo non spetti a noi decidere sugli accorpamenti. Ci sono altri che devono farlo in accordo con il territorio. L’idea, però, non è ancora passata attraverso una condivisione con Regione e Ministero. Sebbene sia disponibile a parlarne, penso che il percorso debba passare da una condivisione con tutti i soggetti interessati”.
Pensa che l’accorpamento con Brindisi possa portare benefici al porto di Taranto?
“Questo scalo ha compiuto un percorso impegnativo e condiviso da cui questa città non può e non deve prescindere per le scelte del futuro. Possibili collaborazioni certamente possono portare vantaggi ad entrambi i porti ma andrebbe stabilito prima in che modo e con quali modalità di accorpamento”.
Del resto questa collaborazione esiste già con Apulian Ports.
“Esattamente. Bari, Brindisi e Taranto sono porti complementari seppur con qualche similitudine. Ci sono differenze che rendono possibile l’integrazione. Dunque ogni porto può costituire un valore aggiunto per gli altri in termini di spazi o competenze”.
Francesca Cuomo