Porto di Gioia Tauro: rischio terrorismo con l’arrivo delle armi siriane

Il porto di , primo scalo del Mediterraneo e secondo europeo per transito di container, è stato designato come scalo in cui avverranno le operazioni di scarico e carico tra la nave norvegese e quella statunitense, attualmente impegnate nel disarmo siriano, operazione di pace sotto egida Onu, interessante l’arsenale chimico del regime mediorientale, di recente come al centro di tensioni interne e internazionali.

La scelta è letteralmente piovuta nel giro di poche dal governo centrale sul territorio gioiese, cuore economico della provincia di Reggio, uno dei principali attrattori di investimenti dell’intera Calabria. Gli enti locali hanno preso sulla questione varie posizioni, a volte discordanti tra loro, ma tutti sono concordi nel manifestare ad unisono la propria contrarietà al transito delle armi siriane nel maggiore scalo portuale di regione. Tra i più preoccupati alla vicenda, ci sono i sindaci e ovviamente la cittadinanza residente nella piana di Gioia Tauro, timori più che fondati e giustificabili, sulla base di critiche costruttive mosse dalla popolazione e dai suoi rappresentanti, in questi giorni al vaglio dei competenti.

Il carico nel suo percorso perennemente monitorato a vista da ingenti forze navali militari, i cittadini ed i sindaci temono il rischio legato al terrorismo internazionale ed alla possibilità, seppure remota, di un incidente nel corso del trasferimento dell’arsenale tra i due cargo coinvolti nell’operazione. In entrambi i casi gli enti locali si dichiarano impreparati a fronteggiare un’eventuale emergenza, soprattutto sull’ambito sanitario, non disponendo dell’equipaggiamento ed infrastrutture necessarie a fronteggiare i rischi legati alle armi chimiche siriane. La situazione è monitorata dalle istituzioni e dalle autorità locali, con la supervisione del governo da Roma. Si attendono ulteriori sviluppi nei prossimi giorni.

Francesco Ventura