La parola idrovolante evoca particolari emozioni nella memoria storica di molti anziani che hanno vissuto e continuano ancora oggi a vivere Brindisi: oltre ottant’anni fa questa città iniziò a prendere confidenza con questo straordinario mezzo di trasporto così versatile, semplice e soprattutto economico. Basti pensare che il primo volo di linea internazionale in Italia è avvenuto tra Brindisi, Atene e Costantinopoli nel lontano 1924, operato dalla Aero Espresso con un veicolo SIAS 55: comincia così l’epoca felice del nostro idroscalo, situato nel porto medio, epoca fatta di idrovolanti civili e militari, architetture industriali tipiche del trentennio fascista come gli hangar Savigliano(oggi in mano al World Food Programm e un tempo alle Officine Aeronavali Venezia) e il nascente aeroporto militare dedicato ad Orazio Pierozzi. Questi gloriosi frammenti di passato aeronavale cercano oggi nuovi respiri nel progetto comunitario “ADRI-SEAPLANES”: se n’è parlato ieri nella sala conferenze dell’Autorità Portuale di Brindisi in un workshop dal titolo “Verso un nuovo tipo di turismo nel Mediterraneo”.
Grandi aspettative sono manifestate dal Prof. Haralambides in merito alle potenzialità di questo progetto il quale coincide con il disegno comunitario di implementazione delle sinergie e cooperazioni tra porti: “il progetto ADRI-SEAPLANES, afferma il Presidente Haralambides, è certamente complementare allo sviluppo del traffico crocieristico nel porto di Brindisi, l’unico traffico che nonostante la crisi continua a registrare trend di crescita con punte del 9, 10 %”. “ E’ suggestiva la prospettiva di un idrovolante che effettua le operazioni di decollo e ammaraggio sotto la cornice del Castello Alfonsino”: con queste parole, il sindaco di Brindisi Mimmo Consales si esprime in merito al progetto ADRI-SEAPLANES il quale, afferma, “ deve svolgere una funzione sussidiaria rispetto ai consueti traffici che questo porto attrae e deve continuare ad attrarre”.
“L’idea avvincente per il futuro, continua il sindaco, è quella di una città come Brindisi che non deve essere semplicemente affacciata sul mare ma deve vivere dentro il suo porto”. Nonostante l’assenza al dibattito dell’assessore regionale ai trasporti, Giovanni Giannini, la Regione Puglia ha partecipato ai lavori grazie alla presenza dell’Ingegner Enrico Campanile, dirigente regionale che ha partecipato attivamente al progetto ADRI-SEAPLANES: come ha notato lo stesso ingegner Campanile,” il progetto ha grandi ambizioni e complessità poiché non è assolutamente semplice armonizzare la legislazione in materia di aviazione civile tra cinque differenti stati”. “Nonostante tutto, aggiunge Campanile, l’idea che un idrovolante impieghi mediamente 30,40 minuti per collegare Brindisi a Corfù oppure a Bar è qualcosa di straordinario soprattutto alla luce dei tempi mediamente impiegati da una nave traghetto” .
Il progetto ADRI-SEAPLANES si avvia alla conclusione della fase iniziale, il cosiddetto progetto pilota, che ha visto il raggiungimento di una serie di obiettivi quali l’adeguamento delle infrastrutture portuali esistenti, l’avvio di test di volo temporanei, uno studio di fattibilità riguardante la introduzione di linee di idrovolanti sull’Adriatico. “ Adesso ci avviamo alla fase più complessa, aggiunge il Dott. Valter Catarra, Provincia di Teramo(Giulianova)-Lead Beneficiary Progetto ADRI-SEAPLANES,che deve vedere la partecipazione degli investitori privati al progetto, dato il grande riscontro dell’iniziativa”. Uno degli obiettivi futuri è la creazione di una”Adriatic Seaplanes Committee”, un comitato tecnico pubblico-privato che studi ogni singola modalità per armonizzare, sburocratizzare le varie legislazioni: non sarà facile visti i tempi di spending review ma è un tentativo che va effettuato nella speranza di avvicinare le due sponde dell’Adriatico.
C’è già chi in Croazia ha immaginato un terminal futuristico costruito sul mare in grado di accogliere comodamente più idrovolanti .Nel frattempo Brindisi pare sia predisposta naturalmente all’accoglimento degli idrovolanti date le sue infrastrutture, dato il suo immenso corridoio di accesso ed uscita dal porto interno e soprattutto la sua storia: chissà in quanti sarebbero disposti a spendere per un biglietto di andata e ritorno poco più di centoquaranta euro per andare dall’altra parte dell’Adriatico!
Stefano Carbonara