Questa mattina, nel porto di Marina di Carrara, è stata festeggiata la partenza del primo dei 5 giganteschi moduli industriali integrati con una meg-turbina costruiti nello Yard di Viale Zaccagna (Area retroportuale) da General Electric Oil & Gas – Nuovo Pignone. Il modulo, imbarcato sulla nave Yamato di bandiera Giapponese, servirà alla generazione di energia elettrica per il progetto “Gorgon”, finalizzato alla produzione di gas naturale liquefatto in Australia, a Barrow Island, all’interno di un’area protetta.
Il modulo ha le dimensioni di un palazzo di 6 piani: pesa 2.300 tonnellate, è lungo 50 metri, largo 21 e alto 25 metri. Il trasporto dall’area retroportuale al porto è stato effettuato dalla società “Mammoet” utilizzando un carrello composto di 576 ruote in accelerazione da 6 motori Mercedes, di proprietà. Per la realizzazione di questa commessa, del valore complessivo di 1,7 miliardi di dollari, la Regione Toscana, la Provincia di Massa-Carrara, il Comune di Carrara, il Comune di Massa, il Nuovo Pignone S.p.A. e la Porto di Carrara S.p.A. hanno sottoscritto il Protocollo per lo sviluppo, l’industrializzazione ed il consolidamento occupazionale del polo industriale “Nuovo Pignone” di Massa-Carrara.
Alla base dell’ accordo vi è un progetto industriale presentato dal Nuovo Pignone, azienda che fa parte del gruppo multinazionale General Electric Oil&Gas, storicamente insediata nell’ area con uno stabilimento e vari magazzini. In particolare, i nuovi investimenti hanno consentito lo sviluppo di piattaforme tecnologiche per l’ assemblaggio di grandi “moduli energetici” composti da macchinari prodotti dal Nuovo Pignone stesso negli stabilimenti di Firenze e Massa Carrara. Attrezzando una nuova area, alle spalle del porto di Carrara, l’ azienda ha potuto integrare la propria filiera produttiva nel territorio toscano, potendo curare la realizzazione di singoli componenti come compressori e turbine, l’ assemblaggio e collaudo di vere e proprie mini centrali energetiche, fino alla spedizione via nave. Il gruppo ha inoltre allargato ulteriormente l’ attività. «Stiamo già dando lavoro a 350 addetti», dice il presidente di Nuovo Pignone Messeri, «e contiamo di riuscire a stabilizzarne nel prossimo futuro tra 250 e 300». Su 300 operai diretti mediamente impiegati in questa operazione, la metà sono di provenienza del comprensorio locale e la Porto di Carrara, per operare con gli standard richiesti da General Elettric ha provveduto a specializzare il proprio personale.
Alla realizzazione di questo progetto ha inoltre contribuito l’impegno profuso dall’ex direttore dello stabilimento del Nuovo Pignone di Massa Carrara, Dott. Giuseppe Baccioli, dall’attuale direttore, Guido Tongiani e dal Presidente della Soc. Porto di Carrara S.p.A., Dott. Filippo Nardi. L’intero progetto ha avuto ripercussioni positive anche per il porto di Marina di Carrara ed il suo indotto, in quanto è stato richiesto il coinvolgimento attivo di tutti quanti a vario titolo operano all’interno del porto ed in particolare dell’impresa portuale Porto di Carrara S.p.A che ha fornito spazi, servizi di movimentazione e logistica ed ha effettuato le operazioni di imbarco dei moduli assemblati.
«Questo eccezionale imbarco» afferma il Presidente dell’Autorità Portuale di Marina di Carrara Francesco Messineo, «dimostra che il valore strategico di un porto, a beneficio dell’economia del un territorio che lo ospita, non dipende solo dalle dimensioni delle sue infrastrutture quanto, piuttosto, dall’efficienza della sua organizzazione e delle sue connessioni con i siti produttivi. Se l’area industriale di Carrara non avesse goduto di un simile sbocco a mare, la commessa di General Electric, con le sue notevolissime ricadute in termini di sviluppo economico ed occupazionale, sarebbe stata inevitabilmente destinata ad un altro sito di produzione all’estero».