La recente sentenza del TAR per la Puglia, Sezione I di Lecce, che ha annullato la nomina a presidente dell’Autorità portuale di Brindisi del Prof. Hercules Haralambides per carenza della cittadinanza italiana, al di là dell’aspetto strettamente giuridico, solleva perplessità sulla sua opportunità. La competenza professionale del prof. Haralambides in materia portuale è nota a tutti e la sua nomina è stata accolta da gran parte degli operatori del settore come un esempio di scelta oculata ove è prevalsa la massima e comprovata qualificazione professionale del candidato nei settori dell’economia dei trasporti e portuale, qualificazione che la legge n. 84/94 espressamente indica quale requisito prioritario per la scelta del presidente di un’Autorità portuale.
Peraltro proprio in base a tali indubbie qualità manageriali nel corso del suo mandato il porto di Brindisi ha registrato significativi incrementi di traffico specie in particolare nel settore dei servizi di linea. Spiace pertanto constatare che pur in presenza di un soggetto particolarmente qualificato ha finito per prevalere una logica giuridica restrittiva che se da un lato impedisce ad un cittadino comunitario di poter presiedere un Ente pubblico non economico, quale è appunto un’Autorità portuale, dall’altro riconosce allo stesso la possibilità di essere eletto consigliere comunale e membro della Giunta comunale nonché parlamentare europeo da parte dell’elettorato italiano. Sussistono francamente delle evidenti contraddizioni che, sebbene siano formalmente in linea con il dettato legislativo in vigore, appaiono sotto il profilo dell’opportunità politica decisamente superate.