L’Autorita’ Portuale di Genova ha presentato oggi le linee guida del possibile sviluppo di un porto che rappresenta la storia d’Italia. Si tratta di ”scelte strategiche” che devono essere nazionali oltre che locali, dalle quali dipende la presenza o meno in Europa del traffico marittimo italiano. Così il presidente dell’Autorita’ Portuale di Genova, Luigi Merlo, ha presentato oggi il nuovo Piano Regolatore Portuale (PRP): interventi per rinnovare banchine, ampliare ingressi, raddoppiare bacini, modernizzare sistemi di carico e scarico merci, per investimenti di milioni, addirittura miliardi di euro.
”Oggi si apre un percorso e abbiamo scelto di farlo con franchezza, esponendo a tutti gli interlocutori tutti gli scenari possibili. Ma un dato e’ certo: o Genova imbocca in nodo deciso la via del rinnovamento, o è destinata a morire”.
Oggi sia le merci che i passeggeri viaggiano nel mondo su navi cargo o da crociera sempre più grandi, capaci di trasportare anche fino a 22mila TEU, o fino a 4.200 passeggeri. Genova necessita quindi di spazi ‘nuovi’ per le manovre, di banchine di attracco lunghe anche 500 metri, di gru adeguate alte per caricare e scaricare le merci. Per questo o Genova si attrezza e comincia a pensare ‘in grande’, oppure muore. Ma questa scelta, apparentemente obbligata, non dipende solo dalla città, è il Paese stesso che si deve sentire coinvolto ”in una scelta strategica che riguarda la sua stessa presenza in Europa” ha detto Merlo. Il nuovo PRP, il cui iter comincia oggi, comporta tempi lunghi, anche 20 anni, e investimenti infrastrutturali importanti.
Dall’Autorità Portuale di Genova pretendono che sia l’Italia e non solo Genova e la Liguria a decidere se dotarsi o meno del terzo valico, la linea ferroviaria che apre la via ai traffico merci verso la Pianura Padana ed il nord Europa; dovrà essere non solo Genova, ma l’Italia, a decidere se dotare questo suo territorio di un ”sistema aero-portuale” che arriva fino alla pianura padana coinvolgendo il basso Piemonte e la Lombardia; non può essere Genova da sola a decidere se le enormi navi cinesi che oggi varcano gli oceani decidano di imbarcare-sbarcare le loro merci destinate all’Europa attraversando il mediterraneo da e per Genova piuttosto che evitarlo puntando su Rotterdam.
Per questo il PRP prevede investimenti per una nuova diga che estenda per centinaia di metri il porto verso il mare (7 chilometri di opera, 7 anni per realizzarla, 527 milioni di euro di investimenti). Per questo si pensa alla realizzazione di nuove banchine tali per cui possa essere superato il problema rappresentato oggi dal ‘cono aereo’ del vicino aeroporto, per il quale le gru a Genova, proprio per il passaggio degli aerei, non possono superare una certa altezza. ”E’ una scelta strategica italiana” ha concluso Merlo. ”E’ bene che le scelte siano fatte coinvolgendo tutti”.
Matteo Bianchi