Una pioggia di miliardi di euro, vagoni carichi di progetti, cassetti pieni di accordi, ruspe e camion al lavoro. La Liguria è impegnata a trasformarsi da striscia di terra chiusa tra le montagne e il mare in piattaforma logistica europea e ha tutte le carte per vincere la scommessa.
Deve però giocarle in tempo. L’appuntamento è intorno al 2020. Per quell’anno il progetto europeo numero 24, la linea ferroviaria Genova – Rotterdam, sarà terminato nel tratto da Rotterdam a Milano. Affacciata sul Mediterraneo, la Liguria ha dietro di sè una delle aree più produttive e ricche del mondo, la cosiddetta «Banana blu», il corridoio urbano, di forma ricurva, che si estende da Londra a Milano, coinvolgendo il bacino londinese, l’asse del Reno, e la parte occidentale della pianura padana.
Davanti ha il mare, che la collega con il Nord Africa, un mercato di 170 milioni di persone con un pil negli anni scorsi in aumento continuo, fino alla crisi politica, e la Turchia, in sviluppo impetuoso, a Est lo stretto di Suez che comunica con l’Estremo Oriente, fulcro della crescita mondiale.