A distanza di 18 mesi dall’inizio della sua progettazione, l’ampliamento della diga di Punta Riso diventa un progetto molto lontano dall’essere realizzato. L’idea di utilizzare la diga, adeguatamente allargata, come attracco per le navi da crociera non rientra infatti nel Piano urbanistico generale che il Comune sta preparando.
La realizzazione del banchina mento della diga foranea e la sua rifunzionalizzazione erano state inserite nel Protocollo d’intesa siglato nel 2009 dal ministero per le Infrastrutture Altero Matteoli.
Al centro del documento, approvato anche da Comune e Autorità portuale di Brindisi, c’era proprio il progetto relativo alla diga che prevedeva anche un investimento complessivo di 72 milioni di euro: 62 milioni sono quelli necessari per il prolungamento, gli altri 10 milioni invece sono destinati ai servizi necessari e all’adeguamento della viabilità legata alla zona.
Nel protocollo l’intervento viene ritenuto necessario alla creazione di un hub portuale per sviluppare il traffico del porto. In particolare prevede la trasformazione dell’attuale diga in una banchina lunga un chilometro e di superficie pari a 25mila metri quadrati, comprese le strutture di servizio e ricettive legate allo sviluppo turistico.
Nonostante sia stato eseguito lo studio di fattibilità e la Soprintendenza per i Beni culturali abbia dato il suo parere favorevole all’opera, il progetto si è arenato. La progettazione, affidata ad uno studio leccese, è in corso e costerà all’Authority un milione di euro.
Sebbene tutto l’iter sia ormai in fase conclusiva, il Comune nel Documento preliminare del Pug ha assegnato una diversa destinazione all’area. La scelta dell’ex presidente Giuseppe Giurgola era supportata dalla volontà di far approdare i turisti nei pressi del Castello Alfonsino. Per gli stessi motivi, adesso l’ente locale ha invece deciso di destinare quell’area alla valorizzazione turistica e ricettiva.
Francesca Cuomo
Foto: Simone Rella