Nel rispetto della linea editoriale de “IL NAUTILUS”, abbiamo sempre pubblicato un’intervista “tecnica” dei vari presidenti di Autorità portuale dei porti italiani. L’invito, questa volta è rivolto al presidente dell’Autorità portuale di Brindisi. Impegnarsi per la crescita della produttività del porto di Brindisi è prioritario per il presidente Hercules Haralambides, come pure favorire l’incremento del commercio e del trasporto marittimo da e per Brindisi. Questo è quanto è emerso da una conversazione con il professor Haralambides di lunedì scorso.
Brindisi, che “porto” è?
E’ un porto che poche regioni del Mediterraneo possono vantare, ma sicuramente ha bisogno di un riposizionamento sul mercato per riprendere le linee di traffico. Questo è il mio compito.
Presidente può descrivere alcune caratteristiche del porto di Brindisi?
La posizione geografica è una delle caratteristiche più importanti; come pure la distanza breve (non è da poco) tra la zona portuale e la zona industriale, e soprattutto tra l’aeroporto e le banchine di questo meraviglioso porto. Anche se devo sottolineare che la globalizzazione e la transizione postindustriale di paesi come l’Italia, insieme alle trasformazioni tecniche ed economiche nell’industria trasportistica e logistica, stanno ridisegnando il ruolo dei porti e le relative funzioni; infatti oggi si parla già di porti della quarta generazione: green port e sostenibilità di un porto.
Quali sono le funzioni portuali del porto di Brindisi?
Già le linee sono chiare e molti operatori marittimi sono impegnati nel porto interno per attività turistiche e per la nautica da diporto media e grande; direi anche per il turismo da crociera, non essendovi nessuna limitazione di banchine e pescaggi; senza trascurare l’accoglienza che la città può offrire con i suoi “corsi e lungomare”e testimonianze storiche di tutto rispetto. Per il porto medio le infrastrutture si prestano per le navi ro-ro e ro-pax e con aree utili ai servizi per queste tipologie di navi e merci. Costa Morena est può benissimo servire, in via temporanea, alle crociere; però occorre una collaborazione attiva con Aeroporti di Puglia (ed in questo senso mi sono già attivato), per consentire l’integrazione intermodale di merci e passeggeri. Il porto esterno, anche se occorre un ri-definizione, almeno per il futuro, è portato per la sua naturale funzione per la ricezione e la manipolazione di grandi masse energetiche.
Ed in chiave logistica, vista la sua esperienza soprattutto nei porti internazionali d’Europa?
Sul fronte della “logistica” andrei con una certa cautela, senza procedere per proclami ad effetti mediatici. Ma affermo che Brindisi, con tutta la sua area retroportuale, può impegnarsi per ottenere una proficua differenziazione di valore rispetto ad altri porti pugliesi e dell’Adriatico. Questo è stato un tema che ho portato a confronto con il presidente dell’ASI, Rollo, che ha condiviso pienamente. Come pure sul tavolo della Regione Puglia ho cercato di rivendicare l’aspettativa marittima di Brindisi di “condivisione” dello sviluppo portuale in chiave “sistemica” di territorio, evitando la concorrenza sterile fra porti di una stessa regione. Presidente, imprese e amministrazioni locali, geograficamente connesse al porto, fanno riferimento ad un’attività economica marittima, (vocazione marittima). Utilità del porto per gli utenti diretti ed indiretti hanno bisogno di superare l’attuale crisi.
Ed allora, liberare il porto di Brindisi da… e liberarlo per…?
Dopo vari incontri con operatori del porto, sia con le imprese che con le Istituzioni, mi sono reso conto che Brindisi può guardare “oltre”; però la “città di mare” deve abbandonare la pregiudiziale “conservatrice” che non gli consente di vedere il “nuovo-Mediterraneo” che avanza. Chiedo agli operatori una nuova “abilità economica”, quella che ha sempre contraddistinto il cluster marittimo. Il mio impegno è far conoscere il porto di Brindisi in tutti i market-point che contano, promuovendo anche il territorio; un’adeguata “governance” dell’Autorità portuale che abbia un respiro più ampio ed una collaborazione con Comune e Regione per un PRP che traguardi una portualità la più flessibile possibile, senza arroccamenti di posizione per nessuno. Se queste energie vengono messe in comune libereremo il porto di Brindisi per il suo pieno sviluppo. Sotto questo profilo l’Autorità portuale di Brindisi sarà a Miami per il Cruise Shipping Miami 2012; avremo l’opportunità di mostrare il nostro prodotto a buyer internazionali. Il porto di Brindisi ed il suo territorio non sarà più isolato e soprattutto non sarà più “solo”.
Un’ultima domanda: Associazione Porti Pugliesi (APP), perché?
La Puglia è una regione marittima all’incrocio tra il mar Adriatico e lo Ionio, ed al centro del Mediterraneo; collega virtualmente le Autostrade del Mare da Est ad Ovest , corridoio meridiano ed il corridoio adriatico, andando da Barcellona a Trieste, verso la Turchia, la Siria, il Libano, Israele e l’Egitto. E certamente Brindisi, in particolare, è ponte naturale delle Isole Greche di Corfù, Cefalonia, Itaca e Zante. Il nostro impegno di marketing congiunto, basato sulla complementarietà dei nostri servizi, rafforzerà la nostra posizione comune, non solo per i nostri prodotti nei mercati internazionali, ma anche tra le istituzioni internazionali, come l’Unione Europea. Per promuovere business portuali non serve solo essere presenti alle fiere, saloni e varie borse del turismo. Occorrono strumenti operativi per attrarre mercato ed incidere sul mercato, offrendo servizi ed accoglienza sia alle merci che ai passeggeri. Per questo i tre porti fondamentali della regione Puglia si mettono operativamente insieme per presentare un unico “sistema-portuale”, capace di operare l’intermodalità piena anche in chiave logistica. Con questa associazione la portualità pugliese si presenta sullo scenario dello shipping internazionale, con una sola voce e con una offerta trasportistica flessibile. Il primo impegno, anche come primo presidente della APP, sarà totale.
Abele Carruezzo
Foto: Simone Rella
Senza negare la situazione attuale e i risvolti negativi delle ultime ore, che vedono il fermo degli ultimi due traghetti di collegamento con l’Albania, domani mattina il direttore de Il Nautilus, Salvatore Carruezzo, incontrerà il presidente Hercules Haralambides. Senza strumentalizzazioni politiche ma con la consueta professionalità, l’occasione sarà un modo per capire eventuali strategie di risposta agli armatori che hanno scelto di fermare i traghetti proprio a causa della diatriba con Haralambides.