Porto di Pescara: i fanghi del dragaggio non sono tossici

“La ripetizione delle analisi Arta (agenzia regionale per la tutela dell’ambiente) per Ddt e naftalene sui sedimenti del dà esiti sovrapponibili ai precedenti e a quelli eseguiti da , secondo i quali la concentrazione di inquinanti è sotto la soglia minima prevista dalle legge”.

La nota dell’Arta, che si è occupata di analizzare i fanghi, non lascia dubbi. Il direttore, , aveva disposto nuove analisi dopo le presunte discordanze con i risultati degli esami commissionati dall’Autorità giudiziaria. Il 12 dicembre scorso la nave che aveva appena cominciato l’operazione di dei fanghi nel portocanale di Pescara era stata posta sotto sequestro dai carabinieri del Noe e dal nucleo di polizia tributaria della Finanza di Pescara, con provvedimento del gip distrettuale dell’Aquila, , su richiesta della Procura distrettuale antimafia dell’Aquila.

Il sequestro, legato alla presunta presenza di pesticidi nei fanghi, aveva determinato il blocco dello sversamento in mare dei fanghi stessi, impedendo così danni all’. Oggi la nuova nota dell’Arta che aveva chiesto anche all’Arpa Marche di Ascoli Piceno di esaminare gli stessi campioni, 2 dei 7 acquisiti dal Noe per le indagini in corso.

“Si attende, ora – prosegue la nota – la risposta dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) alla quale Amicone ha richiesto controanalisi sui campioni prelevati e custoditi dall’Arta e, se opportuno, nuove analisi su ulteriori campioni da prelevare in situ”. “Esprimo soddisfazione – ha dichiarato Amicone – per la ribadita credibilità dell’Agenzia.

Ringrazio dirigenti e tecnici che con orgoglio professionale e senso di responsabilità, di fronte alle note conseguenze socio-economiche dello stop ai lavori di dragaggio del porto, si sono prodigate con puntiglio nel ripetere in brevissimo tempo e con procedure differenti un lavoro già fatto, con risultati che l’Arta ritiene sufficienti a rasserenare tutto l’ambiente interessato”.

Salvatore Carruezzo