Porto di Brindisi: l’Authority punta sulla rete Ten-T

L’ufficio di presidenza dell’Autorità portuale di Brindisi, da oltre 2 mesi, segue con particolare interesse le vicende relative alla riorganizzazione della che, ormai, si articola in due strati: una rete centrale (core ports), da completare entro il 2030, e una rete globale (comprehensive ports), destinata ad alimentare quella centrale, che sarà completata nel 2050 e che garantirà la piena copertura del territorio dell’UE e l’accessibilità a tutte le regioni.

Entrambi gli strati comprendono tutti i modi di trasporto: strade, ferrovie, linee aeree, vie navigabili interne e trasporto marittimo, nonché le piattaforme intermodali.

Se, da un lato, non era materialmente possibile che il nostro porto permanesse nella rete dei core ports in quanto si conoscevano sin dall’inizio i nostri limiti strutturali (la soglia minima per l’accesso è stata fissata dalla CE all’1% del volume totale di transhipment di tutti i porti UE), dall’altro, c’erano margini di negoziazione per consentire al nostro porto di avere comunque un ruolo nello scenario europeo.

Per questo motivo l’ufficio di presidenza ha contattato europarlamentari e dirigenti del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Tale pressing ha consentito l’inserimento del porto nella rete Ten-T Comprehensive. Questo significa che il porto non sarà relegato ai margini delle nuove direttrici di traffico tracciate dall’Unione europea, come ipotizzato da molti negli ultimi tempi.

Non solo, la stessa possibilità di accedere alle “” non è più preclusa in quanto il Governo italiano si è battuto, con successo, affinché venisse  cancellata l’originaria impostazione della che voleva limitare gli strumenti finanziari soltanto ai porti Core. Brindisi, pertanto, secondo l’Autorità portuale, resta in corsa.