«In un momento come questo abbiamo bisogno di fare scelte precise, concrete, anche a costo zero: piani regolatori, escavi dei fondali, capacità di coordinamento delle autorità portuali sono riforme a costo zero». Il presidente di Assoporti, Francesco Nerli, a Livorno, ha espresso le proprie preoccupazioni sul momento di crisi che attraversa il settore.
«L’unica che costa è l’autonomia finanziaria, però invito a riflettere che da zero all’1 per cento il salto non è così grande». L’autonomia finanziaria delle autorità portuali, che da tempo viene invocata da Assoporti come riforma fondamentale, è un tema che Nerli ha di nuovo sottolineato in modo particolare.
“La riforma della legge sui porti – ha detto – si è arenata sull’autonomia finanziaria che è l’unico sistema di garanzia. Infatti non è un caso che sia stata adottata da tutti i Paesi d’Europa, compresa l’Estonia rimasta l’ultima a non averla. L’autonomia finanziaria è un meccanismo per il quale un porto produce ricchezza di cui gli lascio una quota per svilupparsi.
Significa che a seconda della capacità è un meccanismo che discrimina, perchè, ad esempio, a Genova potrebbe andare 10, a Spezia e Livorno 7, a Carrara 1, a Piombino 1,5. Quindi da una parte l’autonomia finanziaria premia i porti che sono ‘in grado dì; dall’altra parte toglie di mano a ministri, sottosegretari, parlamentari e a chiunque altro la possibilità di fare clientele con i finanziamenti”.
Salvatore Carruezzo