Authority di Pireo è contro la privatizzazione del porto

Per fare cassa, il governo greco aveva manifestato un piano di privatizzazione del porto di per scongiurare il fallimento dello Stato greco.

Questo accadeva su tutti gli atti del Governo stesso e degli organi di stampa ellenici delle settimane scorse.

, presidente della Port Authority  di Pireo, e già ministro della Marina Mercantile ellenica, chiudendo i lavori dell'assemblea generale portuale di ieri, ha dichiarato che “il modello “thatcheriano” di completa privatizzazione dei porti è ormai abbandonato da tutti”.

Il presidente Anomeritis ha sottolineato che, in una situazione di crisi economica che la attraversa, sono necessarie riforme forti del sistema portuale greco con piani strategici di infrastrutture e concessioni demaniali per una politica di attrazione di nuovi investimenti, senza regalare niente a nessuno, privatizzando porti.

Sostanzialmente il presidente del porto di Pireo, propone un modello di organizzazione e di sviluppo portuale sull'esempio dei porti europei del northern range.

Infatti, il 96% della proprietà dei porti nella UE è dello Stato e delle circoscrizioni municipali, mentre solo il 4% è gestito da soggetti individuali, ma sempre sotto il controllo dell'autorità.

Da sottolineare che in Grecia vi sono ancora realtà portuali gestiti da Consorzi che aspettano la riconversione in autorità portuali; ancora, il governo greco possiede il 100% di 10 società di capitali ed il 74% in due società anonime (A.P. di Pireo e di ) quotate in Borsa greca, per cui, è necessario riorganizzare le strategie per un  pieno sviluppo delle attività marittime, portuali e soprattutto doganali in una visione più flessibile e moderna, senza tralasciare le difficoltà contrattuali per il lavoro portuale.

Secondo Anomeritis, a conclusione dell'assemblea, la soluzione è quella di conservare lo status di proprietà pubblica dei porti di importanza nazionale  “al fine di preservare gli interessi dell'economia e delle attività nazionali greche e concedere a investitori privati i progetti di nuovi porti e servizi attraverso concessioni a due condizioni: pieno rispetto e tutela dell'ambiente marino e dei diritti civili e sociali dei lavoratori dei servizi e delle imprese portuali, anche in presenza di uno scenario limitato dalla crisi finanziaria”.