Entrano in vigore misure per valutazioni ambientali, tutela acqua, economia circolare, bonifiche e dissesto idrogeologico
Roma. È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, nella Serie Generale del 17 ottobre, il decreto-legge Ambiente n°153.
Entra dunque in vigore il provvedimento approvato nel Consiglio dei Ministri del 10 ottobre scorso, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin.
Il decreto, ora atteso all’esame parlamentare, introduce nuove semplificazioni nelle valutazioni ambientali, norme per la tutela delle acque, misure per l’economia circolare, il contrasto al dissesto idrogeologico, le bonifiche dei siti inquinati.
Si interviene in particolare: – nelle valutazioni ambientali, con una “corsia veloce” per progetti di preminente interesse strategico nazionale, privilegiando l’affidabilità, la sostenibilità tecnico-economica, il contributo agli obiettivi PNIEC, l’attuazione di investimenti PNRR e la valorizzazione dell’esistente; – con nuove misure per dare certezze normative nel settore della prospezione e coltivazione di idrocarburi; – per la tutela della risorsa idrica e la corretta gestione delle acque, introducendo la definizione di “acque affinate”, che possono contribuire al ravvenamento o accrescimento dei corpi idrici sotterranei; – con azioni per l’economia circolare: col rafforzamento di cura e manutenzione del paesaggio e del verde pubblico, incrementando la rappresentanza dell’Albo dei Gestori Ambientali e introducendo una semplificazione nell’individuazione del Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti delle piccole imprese; – disciplinando la gestione di rifiuti e materiali derivanti dalla realizzazione della Diga foranea di Genova e dei correlati interventi; – semplificando gli interventi nei cosiddetti “siti orfani” e istituendo una struttura di supporto al Commissario del SIN di Crotone-Cassano e Cerchiara; – sul dissesto idrogeologico, con una maggiore interoperabilità tra le banche dati esistenti e rafforzando i poteri dei Presidenti di Regione in qualità di Commissari, prevedendo misure per l’efficiente gestione delle risorse assegnate.