(Foto archivio IMO)
Londra. A seguito dell’adozione della Revised GHG (Greenhouse Gases) Strategy nel luglio dello scorso anno, l’81a sessione del MEPC (Comitato per la Protezione dell’Ambiente Marino) dell’IMO si terrà questa settimana, con l’aspettativa di finalizzare misure chiave a medio termine, principalmente il Regolamento sul prezzo del carbonio e lo standard dei combustibili GHG.
Alcuni progressi sono stati compiuti la scorsa settimana durante la sedicesima sessione del Gruppo di lavoro intersessionale sulla riduzione delle emissioni di gas serra delle navi (ISWG-GHG 16).
Questa sessione ha fornito alcuni indizi sulle misure specifiche che gli Stati membri dell’IMO vogliono vedere incluse nel prossimo emendamento della MARPOL, previsto per il MEPC 83 nella primavera del 2025.
Un notevole passo avanti è stato compiuto la scorsa settimana durante l’ ISWG 16: è stato quello relativo allo standard per i combustibili a effetto serra (denominato standard per i combustibili marini basato su obiettivi), che è stato concordato nella strategia riveduta sui gas a effetto serra del 2023 come misura candidata per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni.
I limiti di intensità dei gas a effetto serra del combustibile per uso marittimo candidato sono stati collegati ai punti di controllo indicativi, ancora adottati nella strategia riveduta dello scorso anno. Questo getta le basi per il settore marittimo e la sua catena del valore per posizionare le proprie risorse in modo da raggiungere una riduzione di almeno il 90% delle emissioni entro il 2040.
Un altro argomento centrale della sessione MEPC di questa settimana è il meccanismo di determinazione dei prezzi dei gas serra, che ha suscitato reazioni contrastanti da parte degli Stati membri. Sebbene tutte le opzioni che sono state presentate siano a sostegno dell fissare il prezzo del carbonio, il livello di ambizione differisce in modo significativo, con 31 paesi dei Caraibi, del Pacifico e dell’Africa che hanno sostenuto un prezzo dei gas serra sulle emissioni del trasporto marittimo.
Fra gli Stati membri, 17 hanno sostenuto la proposta più ambiziosa di un prelievo di 150 dollari per tonnellata di emissioni di gas serra.
Nel frattempo, Cina, Brasile, Norvegia ed Emirati Arabi Uniti hanno presentato una proposta per un meccanismo più complesso, l’International Maritime Sustainable Fuels and Fund (IMSF&F). Si tratta di fissare un obiettivo annuale di intensità di carburante a partire dal 2027 e di stabilire una tassa in caso di non conformità. Secondo alcuni esperti, questo incentiverebbe l’uso del gas fossile (GNL) fino al 2030, senza però generare le entrate necessarie per facilitare la transizione verde.